Acqua e ammoniaca contro il fast food delle patate fritte

Puzza e schiamazzi, residenti esasperati: arriva la polizia. Il gestore del locale di via Manin: «Agiremo per vie legali»

PADOVA. Le patate fritte puzzano e vanno combattute a secchiate d’acqua. Acqua e ammoniaca, per essere precisi. I clienti, increduli, si difendono come possono. C’è chi ha scelto il lancio di uova contro il palazzo storico per difendersi dalla vile aggressione. Siamo in via Manin 50. Fino a un anno fa il problema era la scomparsa di negozi e ristoranti ma oggi il vento è cambiato. La stradina del centro storico che da piazza delle Erbe porta a piazza Duomo si è popolata di fast food. Ce n’è uno che va forte: è l’Idem con Patate, il “tempio” della patata fritta.

È aperto da qualche mese ma già la convivenza con i residenti è diventata materia per polizia e carabinieri. Esasperati da puzza e schiamazzi i residenti si difendono a secchiate di acqua e ammoniaca. Il titolare della friggitoria, Ivano Tadini, annuncia battaglia legale con l’avvocato Ernesto De Toni: «Siamo pronti ad andare in tribunale. Lì avremo modo di chiarire i fatti e far valere i nostri diritti».

Alcuni residenti di via Manin, tra cui il professor Vittorio Trolese, hanno depositato un esposto lo scorso 28 aprile. «La frittura delle patate sprigiona un fortissimo odore a tutte le ore del giorno», dichiara Trolese, residente da oltre 35 anni nell’appartamento sopra il locale, «la puzza fuoriesce da un piccolissimo e stretto camino che dà all’interno del nostro cortile. Lo sfogo di odori è proprio all’altezza delle mie finestre che non posso mai aprire. Nessuno dei condomini ha mai rilasciato alcuna autorizzazione all’utilizzo di questo camino in disuso da moltissimi anni».

I residenti devono fare i conti anche con il rumore. «Il sistema di aspirazione produce rumori insopportabili», aggiunge Trolese, «la sede stradale inoltre viene occupata in modo selvaggio. In tanti si siedono a terra per mangiare e bere, ostruendo il passaggio. Non siamo i soliti residenti noiosi: da decenni conviviamo con i bar e i ristoranti che lavorano in zona. In questo caso però sono mancati il rispetto e il dialogo».

Alcuni ragazzi, scocciati dall’atteggiamento dei residenti, hanno lanciato decine di uova sulla facciata del condominio di via Manin. «Ho il sospetto che il proprietario della friggitoria abbia invitato i clienti a compiere il gesto vandalico», racconta Trolese, «il contenitore delle uova usate per il lancio, è lo stesso presente in negozio. Siamo esasperati, chiediamo solo di poter godere a casa nostra di quiete e aria salubre. Nella cassetta della posta ho anche trovato un foglio scritto a mano con minacce rivolte a me e mio figlio».

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