Acqua Vera chiude due linee di minerale e ne apre un’altra per bibite in lattina

Nuovi movimenti in Acqua Vera dopo la cinquantina di licenziamenti di novembre: nei giorni scorsi la giunta regionale ha dato il via libera alla riorganizzazione delle linee di produzione. La novità è che due linee, la 5 e la 8, saranno soppresse, mentre a metà aprile partiranno i lavori per realizzare la nuova linea 21, che produrrà 60.000 lattine all’ora. La decisione è stata presa da San Pellegrino spa, che governa lo storico stabilimento lungo la Valsugana a San Giorgio in Bosco.
Questa nuova linea si aggiunge a quella già esistente: a partire dalla prossima estate, quindi, le linee dedicate alle lattine verranno raddoppiate alla luce anche della grande richiesta del mercato. La delibera dell'esecutivo regionale, nello specifico, autorizza «alla dismissione della linea di produzione 11 e allo spostamento della riempitrice dalla linea 5 alla linea 8 con conseguente dismissione della linea di produzione». E così il nuovo assetto di Vera vede in azione oltre alla 8, con una produzione massima teorica di 23.000 pezzi all'ora, anche la 18 e la 19, dedicate all'acqua minerale, entrambe con una potenzialità di 45.000 bottiglie.
La ditta dovrà attenersi a una serie di prescrizioni: «Impiegare esclusivamente l’acqua minerale proveniente dalle concessioni minerarie autorizzate», «attenersi alle disposizioni impartite dalle autorità competenti in materia mineraria e sanitaria», «assicurare ai funzionari della Regione e dell’Usl 6 Euganea la possibilità di svolgere l’attività di vigilanza sull’idoneità igienico sanitaria dello stabilimento di produzione».
Un assetto destinato a mutare fra qualche mese: San Pellegrino, dopo aver saturato altri impianti, porta nel comune dell'Alta altre lattine, la cui produzione dovrebbe entrare a regime entro giugno. Il gruppo aveva presentato ai sindacati già un anno fa il piano di riassetto produttivo necessario per assicurare maggior concorrenzialità al marchio Nestlé Vera, in un settore - come quello dell'acqua minerale - caratterizzato da forti pressioni competitive. Si profilava un piano di investimenti tecnici e commerciali del valore complessivo di 17 milioni di euro per ammodernare il layout produttivo, modificando anche l'attuale logistica.
Alla fine il cosiddetto "riassetto occupazionale" e la "riorganizzazione" si sono tramutati in 55 lettere di licenziamento e in 11 demansionamenti a parità di stipendio. Le missive cominciarono ad arrivare come diretta conseguenza dell'accordo siglato tra la multinazionale e le forze sindacali in Confindustria a Padova il 14 novembre: una exit dei lavoratori che di fatto ha anticipato anche di sette anni una normale uscita verso la pensione. —
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