Addio a Licata Dipinse un alfabeto che era musica

Grave lutto nel mondo della cultura e dell’arte non solo veneziana. È morto infatti ieri all’età di 85 anni all’ospedale Civile di Venezia Riccardo Licata, artista di origini torinesi ma da decenni trapiantato in laguna. Licata, si era trasferito a Venezia nel 1946 e nel 1957 era andato a Parigi quale assistente di Gino Severini nella scuola di mosaico. Da quell’anno si era sempre diviso tra le due città. Protagonista di numerose mostre, nel 1993 aveva tenuto una antologica a Ca’ Pesaro, a Venezia, a cura di Enzo Di Martino. Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta aveva sviluppato e definito quello che poi sarebbe diventato il suo linguaggio artistico, una specie di alfabeto composto da simboli e tratti grafici, che caratterizzeranno gran parte della sua produzione, in particolar modo negli oli su tela, nelle tecniche miste, e nelle serigrafie a tiratura limitata. Questi tratti che Licata stesso definì lettere immaginarie, una “scrittura grafico-pittorica” che trae ispirazione dal linguaggio musicale furono usate dall’artista per comporre le opere che lo renderanno famoso. Numerose anche le partecipazioni alle Biennali veneziane.
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