Addio a Marco Forese per un anno ha sfidato il cancro a viso aperto

Era il titolare della ferramenta di via Facciolati a Padova Su Facebook aveva raccontato la scoperta della malattia 

CAMPO SAN MARTINO

Ha sfidato il cancro, con tutte le sue forze, lo ha vinto a più riprese, ma all’ultimo attacco ha dovuto cedere. Marco Forese era energia e voglia di vivere: aveva 43 anni, abitava a Campo San Martino con la moglie Rachele Zucchi e la figlioletta di 10 anni.

Una persona sempre presente nella comunità, conosciuto da tutti, colonna nella squadra di calcio locale in gioventù, la moglie lavora a “I Mari del Sud”, il negozio di arredi etnici che si affaccia sulla Valsugana sempre a Campo San Martino. Marco era invece titolare da due anni di Errebi Ferramenta, che ha sede in via Facciolati a Padova. Ma era un uomo di passioni: per le foto, per le corse di auto sportive. Un anno fa aveva scoperto di essere ammalato, un cancro ai polmoni in fase già avanzata. Chemio e radio gli avevano fatto regredire il male. Su Fb - il 15 luglio 2019 - aveva raccontato la scoperta del cancro e il guanto di sfida gettato: «E poi un giorno, il primo luglio, ti ritrovi ad andare in ospedale perché pensi di aver esagerato i giorni prima, con un mal di schiena boia e qualche linea di febbre (maledetta vecchiaia). Aspetti il tuo turno e nel frattempo ti mettono su un lettino, dopo un po' ti dicono che hai una broncopolmonite e che dovrai rimanere qualche giorno lì, nel frattempo ti fanno degli altri esami. Passano uno, 2, 3, 4, 5, 6 giorni e non succede nulla. La febbre è quasi andata via e tu vorresti tornare al tuo amato lavoro e dalla tua famiglia. E invece? Senti bisbigliare in corridoio, una voce familiare, hai già sentito una parola di troppo. Ti alzi e raggiungi quel corridoio, a quel punto i dottori ti dicono che è meglio sedersi in uno studio a parlare. Ti si gela il sangue, iniziano a parlare, ma la tua testa si è fermata a quella parola: cancro. Ti passa la vita davanti come un Frecciarossa, anzi come uno Shinkansen! Doppia doccia fredda, uno alla schiena e uno ai polmoni. Curabile dicono, ma devi crederci, ma nella tua testa hai già stampati i nomi di chi non ce l'ha fatta. Io come sempre lotterò, come ho sempre fatto, ma sarà dura, molto dura. Da oggi sono ricoverato allo Iov di Padova. Io non sono Siniša Mihajlovic, non faccio scalpore, io sono uno dei tanti. Un saluto a tutti quelli che ho conosciuto in questi anni e che mi hanno sopportato col mio brutto carattere. Non seguiranno più aggiornamenti fino a che uno dei due avrà avuto ragione sull'altro. E nel caso non riuscissi a spuntarla, non opere di bene, ma aiutate la mia famiglia. Un’ultima cosa, godetevi la vita». La malattia, appena un mese fa, si è ripresentata con tutta la sua aggressività, la notte scorsa il papà ha chiuso gli occhi per sempre allo Iov di Padova.

A ricordarlo il consigliere regionale Luciano Sandonà: «La scomparsa di Marco Forese è un brutto colpo per la nostra comunità, ci stringiamo alla sua bella famiglia, che è da tutti ben voluta e stimata». —

Silvia Bergamin

ELVIRA SCIGLIANO

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