Addio Beltè, a San Giorgio resta la Vera
SAN GIORGIO IN BOSCO. Lo storico stabilimento dell’Acqua Vera di San Giorgio in Bosco perde il marchio Belté, ma la proprietà rassicura: «Non ci saranno riflessi sull’occupazione». I rumors dei giorni scorsi hanno trovato una parziale conferma: sul Sole 24 ore si era ventilata l’intenzione del colosso elvetico dell’alimentare Nestlè di cedere due brand, ovvero Beltè e Acqua Vera.
Nelle ultime ore è arrivata invece l’ufficialità della sottoscrizione di un accordo di cessione del solo marchio Belté a Refresco Italy, che sarà operativo a partire dal primo dicembre.
Si tratta di una ulteriore partita chiusa sull’asse Gruppo San Pellegrino e Refresco Italy, società nata nel 2011 dall’acquisizione di Spumador, storica realtà italiana del settore bevande, da parte di Refresco, multinazionale olandese; dal primo marzo 2017 è stata acquisita anche Recoaro, ceduta appunto da San Pellegrino.
Refresco è uno dei maggiori produttori di bevande, con un portafoglio prodotti che include acque minerali, bevande gassate, tè, bevande sportive e isotoniche e succhi di frutta. «Questa operazione rientra nel percorso strategico di ottimizzazione del portafoglio marchi di San Pellegrino», fanno sapere i vertici dell’azienda, «che ha l’obiettivo di consolidare la competitività dei marchi del gruppo che registrano le maggiori performance positive nel mercato interno e nell’export».
L’occupazione
La domanda che arriva dal territorio è legata al rischio di perdere posti di lavoro: la Vera, lungo la Valsugana, ha segnato la storia economica degli ultimi 40 anni, costruendo anche tutto un mercato dell’indotto, con il sistema dei padroncini impegnati nei trasporti.
«La cessione del marchio da parte di San Pellegrino non comporta alcun impatto occupazionale per il gruppo né per le attività produttive di Beltè che, come avviene già attualmente, continuerà a essere prodotto da Refresco Italy nei suoi stabilimenti italiani», ribadisce San Pellegrino, che aveva già affidato a Refresco l’attività di produzione e confezionamento di Acqua Brillante, Gingerino e degli aperitivi.
Acqua Vera può dormire sonni tranquilli? Secondo gli osservatori economici, il business delle acque minerali appare sotto pressione in termini di marginalità e – del resto – la multinazionale elvetica aveva già provveduto in passato a ristrutturare il proprio portfolio di marchi di acqua minerale in Italia liberandosi di tutti i marchi regionali per concentrare i proprio sforzi di sviluppo sui marchi nazionali e internazionali. Tra cui resta, ancora, Acqua Vera.
RISTRUTTURAZIONE
Giusto un anno fa – dopo mesi di discussioni – la realtà sangiorgense aveva varato il piano di ristrutturazione aziendale inviando lettere di licenziamento ai 55 dipendenti dello stabilimento considerati in esubero. Si trattava di lavoratori a cui mancavano pochi anni alla pensione e per i quali è stata trovata una soluzione ponte – passata attraverso un braccio di ferro con i sindacati – che si è concretizzata in un periodo di transizione attraverso qualche anno di disoccupazione prima della pensione anticipata. ––
Silvia Bergamin
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