Affittava a prostitute condannata a due anni la moglie del portiere

PADOVA. Avevano affittato due appartamenti del centralissimo condominio di piazza Garibaldi, al civico 8, ognuno per 1.500 euro al mese, da versare in contanti in due tranche ogni 15 giorni. E, per di più, a due prostitute sudamericane che avevano trasformato quell’abitazione in un bordello.
Peccato che i proprietari nulla sapessero della destinazione, anche se uno di loro, in cambio di un fisso di 800 euro al mese, aveva dato via libera per mettere in locazione l’immobile purché a persone referenziate. Ma una fonte anonima si è data da fare per informare la questura di Padova che nel palazzo, dalla fine del luglio 2014, era esercitato il mestiere più antico del mondo.
E così sono finiti nei guai il portiere dell’immobile e la moglie, già gestori di un bed & breakfast nello stesso edificio. Ieri i due sono comparsi davanti al gup Mariella Fino che, al termine di un giudizio abbreviato, ha condannato Luisa Rosin, 54 anni (un precedente alle spalle), a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni di carcere per aver tollerato la prostituzione (nell’articolo contestato della legge Merlin si legge che «viene punito... chiunque, essendo proprietario, gerente o preposto a un albergo o pensione... tollera abitualmente la presenza di una o più persone che, all’interno del locale stesso, si danno alla prostituzione»).
Assolto il marito Roberto Gambetta, 57 anni. A difendere i due, l’avvocato Francesco Lava. Tutto inizia da quell’esposto che, in copia, è trasmesso pure alla questura di Vicenza per segnalare un altro bordello nel centro berico. Nella lettera si descrive il viavai di clienti negli appartamenti affittati da due bellissime sudamericane, un’ecuadoregna e una dominicana che, a loro volta, hanno aperto la casa a un paio di “amiche”. La polizia mette a punto controlli e interroga i vicini come alcuni clienti, beccati all’uscita.
Dopo un mese e mezzo, le due libere professioniste sono costrette allo stop forzato. E il portiere e la moglie sono nei guai. Gambetta, tuttavia, riesce a cavarsela (il legale ha dimostrato che non poteva avere contezza dei clienti delle prostitute a causa del notevole flusso di gente nello stabile dovuto alla presenza di molti uffici).
Quanto alla moglie, il giudice ha derubricato il reato da favoreggiamento a tolleranza della prostituzione.
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