Affitto troppo caro, chiude l’ex Gottino: «Così il Ghetto si svuota»

PADOVA. Ed anche l’enoteca-osteria "Il Torchio" (ex Gottino ), di via San Martino e Solferino 29, quasi all’incrocio con Via dell’Arco, nel cuore del Ghetto, ha gettato la spugna. La titolare, Martina Zuccato, ex studentessa di Scienze Politiche, si è stancata di pagare circa 3.000 euro per l’affitto mensile. «Ho chiuso i battenti perché i conti non tornano più», spiega Martina, «Ho acquisito l’ex Gottino (che prima era gestito da Giulio Pinori, oggi in via Altinate con la sua trattoria toscana, ndr) quattro anni e mezzo fa. In questo locale ci ho messo l’anima. Credo di averlo gestito nel migliore dei modi. I clienti non sono mai mancati. Anche in questi tempi di crisi il locale era pieno quasi ogni sera. Purtroppo non posso continuare a pagare 3.000 euro al mese per soli 50 metri quadri. È un prezzo troppo alto. Probabilmente, in futuro, aprirò un altro locale in un’altra zona della città. Non certo all’interno del ghetto, dove gli affitti, per i tempi che corrono, sono diventati troppo alti per tutti noi esercenti e commercianti».
Ed in via San Martino e Solferino, la strada antica dove c’è anche la sinagoga degli ebrei, Il Torchio non è affatto il primo locale pubblico ad abbassare le serrande per sempre. Alcuni anni fa chiuse i battenti anche la prosciutteria Marcellino, Pane e Vino ( ex Ofelleria ) e in fondo alla strada, in direzione di Piazza Duomo, hanno gettato la spugna altri due piccoli locali pubblici.
«Il Ghetto si avvia, con un processo lento, ma inesorabile, ad una totale desertificazione dal punto di vista commerciale», sottolinea il pittore Gioacchino Bragato, «Tanti negozi e locali pubblici sono diventati garage. Le istituzioni locali hanno il dovere d’intervenire concretamente su quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti. Stop agli immobiliaristi del centro storico, che vogliono realizzare dalle loro proprietà solo il massimo profitto senza venire incontro alle esigenze dei piccoli imprenditori e degli artigiani e degli artisti che qui potrebbero trovare spazio».
Anche Ascom e Confesercenti, negli ultimi quattro anni, stanno lottando per convincere gli immobiliaristi con vani commerciali in centro ad abbassare i prezzi, ma le battaglie condotte sia da Nicola Rossi che da Patrizio Bertin, hanno ottenuto scarsi risultati. Recentemente quest’ultimo, presidente vicario dell’Ascom, è riuscito a far abbassare i prezzi dell’affitto a dieci commercianti, del 10 e del 20% e dopo tutta una serie di lunghe ed estenuanti trattative. Rossi, presidente della Confesercenti, invece, ricorda una vecchia delibera di Palazzo Moroni, approvata durante gli anni della giunta Destro, in cui si invitavano le banche a non aprire sportelli al piano terra per tenere bassi i prezzi per i commercianti».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova