Affondano in paese le lontane radici della famiglia d’origine di San Pio X

Sorge nel Cinquecento a Grompa l’oratorio dedicato a Santa Rantua In centro resta il palazzo in stile neoclassico eretto dai Sambonifacio 
Villa Estense (PD), 29 agosto 2019. Reportage su Villa Estense per articolo di Jori. Nella Foto: il museo dei Villaggi Perduti.
Villa Estense (PD), 29 agosto 2019. Reportage su Villa Estense per articolo di Jori. Nella Foto: il museo dei Villaggi Perduti.

gli ultimi secoli

Anche a Villa Estense, come altrove, vengono costruite delle ville: in località Grompa, in particolare, sorge nel Cinquecento la Paradiso, ampliata nel tardo Seicento, con un corpo principale e due grandi barchesse; del complesso fa parte anche un antico oratorio dedicato a santa Rantua (probabilmente una variante dialettale di santa Rotonda) e risalente alla seconda metà del Trecento, poi oggetto di qualche rifacimento già a partire dal secolo successivo. Da ricordare pure un palazzo fatto erigere dall’influente famiglia dei Sambonifacio, in stile neoclassico, con scuderie, barchessa, cappella dedicata a San Giuseppe, e un ampio giardino ornato con statue.

La vita della comunità attraversa i secoli senza consegnare alle cronache, tanto meno alla storia, eventi di particolare rilievo. Il piccolo e anonimo paese può tuttavia vantare le origini, sia pure remote, di una famiglia che darà alla chiesa uno dei papi più noti, San Pio X; al secolo, Giuseppe Sarto.

In effetti la famiglia Sarto è originaria di Villa Estense, anzi di Villa di Villa come allora si chiamava, dove vive da antica data. Alla fine del Quattrocento un suo ramo a seguito di vicende non conosciute si trasferisce nell’Alta Padovana, nei pressi di Cittadella. Qui nasce Anzolo Sarto, che nel 1761 si sposa a Castello di Godego, nel Trevigiano, con Antonia Liviero; dal loro matrimonio nasce Giuseppe; l’anno successivo la famiglia si trasferisce a Riese, dove Giuseppe diventa cursore comunale e sposa Paola Giacomello: dal matrimonio nascono undici figli. Il quartogenito, Giovanni Battista, è il padre di Giuseppe Sarto, futuro papa: nel 1833, a 40 anni di età, prende in moglie Margherita Sanson, che ne ha 20; le nozze vengono celebrate da don Pierpaolo Pellizzari. Il 2 giugno 1835 nasce Giuseppe Melchiorre Sarto, secondo di dieci figli, che nel 1850 entra in seminario a Padova, ed è ordinato sacerdote nel 1858, venendo assegnato come cappellano alla parrocchia di Tombolo. Dal 1903 al 1914 sarà il 259° papa della Chiesa. Nel 1954 verrà proclamato santo.

Di Villa, resta da raccontare una singolare curiosità: la presenza di un museo decisamente inedito, quello dedicato ai villaggi scomparsi. L’idea è quella di documentare i non pochi centri della Bassa padovana che in passato hanno rivestito un ruolo anche rilevante, ma che poi per una serie di ragioni si sono andati spopolando fino a svuotarsi del tutto, specie nel Trecento e nel Quattrocento, col risultato di venire abbandonati per sempre. Fino a che la gente c’è rimasta, è vissuta di caccia e pesca, un po’ di pascolo e del raccolto dell’orto dietro casa. —



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