Aggressione all'avvocato Piero Longo: la ricostruzione di un agguato senza spiegazione

PADOVA Un pestaggio violento e il volto reso quasi irriconoscibile da pugni e ceffoni. Poi due colpi d’arma da fuoco esplosi in aria. E ancora botte. Il penalista ed ex senatore di Forza Italia Piero Longo, 76 anni, è riverso a terra sanguinante, mentre tre persone si allontanano a piedi.
Quasi contemporaneamente, alla centrale operativa della Questura, arrivano due chiamate per sollecitare l’intervento della polizia: prima quella un vicino di casa del legale, poi quella della coppia protagonista della colluttazione.
E ora il pubblico ministero padovano Roberto D’Angelo sta indagando sull’aggressione all’avvocato, già parlamentare azzurro, uno dei legali di Silvio Berlusconi e autore di molte pubblicazioni giuridiche.
Una coppia è finita agli arresti domiciliari per lesioni aggravate, rapina (l’arma sottratta al legale), porto illegale di una pistola in luogo pubblico (misura cautelare poi alleggerita dal gip): la commercialista Silvia Maran, 47 anni, residente in via Castelfidardo e contitolare con il padre Luciano di uno studio in Passeggiata del Carmine, e il compagno Luca Zanon, 48 originario di Predazzo (Trento), titolare della ditta Elettro Light.
Nessun precedente penale alle spalle per entrambi. Denunciata in stato di libertà una trentunenne di Padova, amica della coppia e presente alla lite.
Il caso appare un giallo. Sembra da escludere la pista professionale o politica, a favore di una “lettura” più privata. Due le versioni: quella della vittima e quella fornita dagli indagati.
l’aggressione
L’unica certezza è che tutto ha inizio poco dopo le 23 di mercoledì, quando la coppia – Zanon e Maran convivono da un anno e mezzo – suona al civico del palazzo in cui vive il legale, nel centro di Padova, in Riviera Tiso da Camposampiero, insieme all’amica trentunenne.
Secondo quanto accertato dalla Squadra Mobile, che sta svolgendo l’indagine, l’avvocato Longo viene “invitato” a scendere con frasi pesanti: «Bastardo, vieni giù... Hai il coraggio di scendere?».
Il legale, che ha il porto d’armi, prende una delle sue pistole (aveva dichiarato di detenere due revolver calibro 38 speciale e una 765, semiautomatica anche a una trasmissione radio) si dirige al portoncino d’ingresso e lo apre. Subito – almeno stando alla ricostruzione fornita – sarebbe stato spinto nell’androne del condominio e preso a pugni in testa dalla coppia “scortata” dalla trentunenne.
Nonostante quella violenza, sarebbe riuscito a estrarre la pistola sparando in aria un paio di colpi a scopo intimidatorio.
Niente da fare. I due gli sarebbero saltati addosso (in particolare la commercialista) impadronendosi dell’arma prima di allontanarsi. Tutto sarebbe durato un minuto e mezzo. Un vicino, richiamato dalle grida, ha subito allertato il 118 e la Questura. Tuttavia poco dopo, sempre in Questura, è arrivata una chiamata anche dalla coppia per avvertire dell’accaduto fornendo una diversa versione dei fatti.
L’indagine: la versione degli indagati
Zanon e la compagna Maran avrebbero raccontato di aver accompagnato l’amica trentunenne di fronte all’abitazione del legale, su sua richiesta. Quest’ultima voleva parlargli, ma da sola non era più in grado di avere un contatto con lui.
I due si sarebbero limitati a suonare il campanello, sempre intorno alle 23 – sempre secondo il loro resoconto – chiedendo all’avvocato Longo di scendere per un colloquio. Lui si sarebbe presentato al cancello con la pistola e loro avrebbero reagito, temendo un’aggressione.
Una telecamera installata nel condominio ha registrato la scena al di fuori del cancelletto quando il terzetto suona il campanello; tuttavia non ha ripreso - per questioni di angolatura - il momento della colluttazione che è avvenuta nell’androne.
Longo è stato soccorso dall’inquilino, mentre un paio di volanti e la Squadra Mobile sono arrivati a casa della coppia in via Castelfidardo, in zona Sacra Famiglia.
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