Torna l’incubo cimice asiatica nella Bassa padovana: a rischio frutteti di pere e mele

Cofruca: «Bastano poche infestazioni per rovinare interi lotti di produzione». Pesano le limitazioni di trattamenti fitosanitari e si spera nella vespa samurai

Pietro Cesaro
Nella Bassa padovana torna l'incubo cimice asiatica
Nella Bassa padovana torna l'incubo cimice asiatica

Nelle campagne della Bassa padovana il conto alla rovescia per la raccolta delle pere è ormai iniziato, ma insieme all’attesa cresce anche la paura. A far temere gli agricoltori è ancora una volta la cimice asiatica, che da anni rappresenta una minaccia per le coltivazioni.

I frutteti, in particolare quelli di pere e mele, tornano a essere esposti ai suoi attacchi, e sebbene la sua presenza non raggiunga i livelli critici degli anni peggiori, resta comunque significativa, soprattutto nelle aree a maggiore concentrazione agricola.

La Bassa conta oltre 200 ettari di pere, coltivate lungo l’Adige, con una potenzialità produttiva che supera le 1.300 tonnellate. Tuttavia, le previsioni per la campagna in arrivo parlano chiaro: un calo stimato oltre il 30% rispetto al normale, frutto di un mix tra condizioni climatiche avverse e danni da cimice asiatica. «La situazione non è fuori controllo, ma resta complessa», spiega Graziano Balbo, presidente della Cooperativa Frutta di Castelbaldo.

«Le cimici ci sono e dove arrivano compromettono il raccolto. Bastano poche infestazioni per rovinare interi lotti di produzione.

Quest’anno, con le nuove normative che limitano l’uso dei trattamenti fitosanitari, le difese a disposizione degli agricoltori sono più deboli».

L’effetto di queste restrizioni si somma all’incognita legata alla vespa samurai, l’insetto antagonista introdotto negli scorsi anni per contrastare la diffusione della cimice asiatica. Una soluzione i cui effetti concreti sono ancora tutti da verificare.

La risposta di Coldiretti non si è fatta attendere: «Abbiamo raccolto le istanze dei produttori e ribadito con forza la necessità d’interventi urgenti», sottolinea Roberto Lorin, presidente provinciale, facendo riferimento alla recente consulta regionale sull’emergenza.

«La cimice asiatica va affrontata con strumenti nuovi, tecnologicamente avanzati e rispettosi dell’ambiente». Fra le proposte più concrete, torna al centro il sistema dei “totem”, trappole a feromoni capaci di attirare e catturare migliaia di cimici adulte. Spiega Carlo Salvan, presidente regionale: «Questi dispositivi hanno già mostrato una buona efficacia nei frutteti. La proposta è di estenderne l’uso anche in ambito urbano, dove la cimice trova spesso rifugio per l’inverno».

La proposta è stata sottoposta alla Regione, che ha mostrato interesse per avviare una sperimentazione in collaborazione con l’Università di Padova e Veneto Agricoltura. Scrive Salvan in una lettera alla Regione: «L’obiettivo è arrivare pronti per l’autunno, installando migliaia di totem già entro ottobre, in modo da intercettare la nuova generazione di cimici».

Le trappole non impiegano sostanze chimiche e non interferiscono con altri insetti utili. Il contenitore d’acqua posto alla base, unito all’attrattivo naturale, rappresenta una soluzione semplice, pulita ed efficace. —

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