Alaska, le anime che si sono riconosciute

Il talento di Elio Germano e lo sguardo di Astrid Berges-Frisbey nel film di Claudio Cupellini
Alaska
Alaska

"Alaska" di Claudio Cupellini.

Elio Germano è un grande talento, Astrid Berges-Frisbey ha un volto che racconta oltre la pelle. E poi c'è questa storia intensa.

Ti dice che c'è un destino di anime che si incontrano oltre al corpo e alla materia. E in ogni modo in cui la materia si manifesti: che sia un lavoro ben pagato, una ricchezza improvvisa, una nuova vita agiata. Nulla conta più del loro destino.

Parlo di quel momento (che è un attimo, è uno sguardo) capaci di cambiare per sempre una vita. Per quanto ne sfuggi via, prima o dopo la tua anima ti riporta lì. Come se ogni nostra scelta pensata, ragionata, obiettiva non contasse nulla davanti al torrente impetuoso dell'amore di due anime.

Sto dicendo due anime, non due persone. Qualcosa oltre la carne e la stessa presenza fisica. Due anime che come fossero calamite tra le leve sensoriali del cosmo ti riportano sempre in quello stesso attimo in cui, con un solo sguardo, anche dopo migliaia di anni, si sono riconosciute.

"Alaska" è programmato in questi giorni al Porto Astra, al Cineplex di Due Carrare, allo Space di Limena e a quello di Torri di Quartesolo.

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