Alberghi pieni solo per il veglione
«Clienti presenti per due giorni: niente fanghi e poco shopping»

CURE TERMALI Poco gettonate dai turisti di fine anno
ABANO.
Capodanno con pienone negli alberghi, ma i clienti hanno scelto una sosta di un paio di giorni, rinunciando ai fanghi e dedicandosi ai festeggiamenti offerti dagli hotel. «I turisti hanno optato ancora una volta per la permanenza breve - afferma Giuseppe Albertin, presidente di Assoalbergatori - confermando la tendenza di questi ultimi anni. Il desiderio di passare un paio di giorni in spensieratezza, dedicandosi eventualmente solo alla cura del viso e a qualche fugace bagno termale, ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, che è cambiato il modo di fare turismo nel nostro bacino. Solo qualche sporadico caso di clienti che sfruttano le ferie per dedicarsi alla fangoterapia per una settimana o dieci giorni - prosegue - In ogni caso, i turisti non sono stati certamente richiamati da concerti o quant'altro offerto dal territorio, ma hanno preferito riposarsi e servirsi di quanto proposto dagli alberghi, dedicando al massimo qualche ora allo shopping pomeridiano se ancora non conoscevano Abano. Ma poi sono rientrati in hotel per rilassarsi e partecipare al veglione di fine anno». Qualcosa è cambiato rispetto al passato, quali raffronti rispetto al 2009? «Direi che l'anno appena trascorso sia stato l'esatta fotocopia del precedente - commenta il presidente - L'autunno si conferma il periodo migliore, mentre la primavera quello peggiore. Alcune migliorie sono state apportate dal progetto della Regione, legato alla rigenerazione del fango termale e del fango doc. Anche il nuovo portale di informazione medica ha iniziato a dare dei risultati, avendo inserito nelle parole chiave di ricerca le malattie e le cure legate ai fanghi. Molte persone che non conoscevano Abano stanno interessandosi a noi e gli sviluppi si vedranno nel corso dell'anno». Come vede il fenomeno negativo della chiusura dell'attività di alcuni hotel? «Negli anni Ottanta e Novanta vi è stato un sovradimensionamento dei posti letto - prosegue - ora siamo di fronte a una naturale flessione. E' ovvio che questa riduzione porti alla chiusura di qualche albergo. Ma non possiamo entrare nella sfera personale di ogni proprietario. Vi sono alcuni che negli anni d'oro hanno guadagnato bene e ora reinvestono tenendo aperto anche al limite del guadagno o rimettendoci, mentre altri che, pur essendo pieni di lavoro, non incassano a sufficienza, si indebitano e sono chiudono a sorpresa. E' la triste logica del mercato».
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