Alla Edilgrande sedici bancali di legna e un gazebo distrutti

ARZERGRANDE. Un rogo improvviso ha divorato all’alba di ieri sedici bancali di legna nel piazzale della ditta EdilGrande che si trova in via Umberto I ad Arzergrande. Le fiamme hanno bruciato anche un gazebo, danneggiato la parete di una casetta in legno e colato le pareti in plexigas della pensilina della fermata delle corriere oltre la recinzione. Vigili del fuoco e carabinieri non avrebbero trovato sul posto alcun elemento per suffragare l’ipotesi della natura dolosa dell’incendio. Per ora, quindi, l’episodio viene classificato come accidentale, anche se la causa che ha scatenato il rogo, forse un cortocircuito, non è stata individuata.
Le fiamme si sono sviluppate nell’area esterna alla ditta che commercializza materiale per l’edilizia, piccoli prefabbricati in legno e legna da ardere. E pare proprio che le fiamme si siano originate da un bancale di tronchi: il fuoco ha avuto gioco facile a propagarsi ai bancali vicini, fino a intaccarne ben sedici. Le lingue di fuoco hanno incenerito il gazebo soprastante e annerito anche la parete della casetta in legno a ridosso delle cataste di legna. Il potente calore sprigionato dal rogo ha fatto letteralmente colare le pareti e la copertura in plexigas della pensilina della fermata dell’autobus, a qualche metro di distanza, oltre la recinzione. Il rogo si è sviluppato intorno alle 4.30 e in via Umberto I sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Piove di Sacco avvisati dagli stessi titolari della Edilgrande. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri: i dubbi iniziali erano che l’incendio fosse di natura dolosa, tuttavia pompieri e carabinieri nel corso del sopralluogo non sono riusciti a trovare elementi a conferma di questa ipotesi. Resta da chiarire in ogni caso l’origine della scintilla da cui è partito poi il rogo. I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare oltre tre ore prima di riuscire a spegnere le fiamme e la legna dei bancali è stata distribuita sul cemento in modo che si potesse bagnarla tutta e spegnere ogni focolaio. Il danno, quantificato in via provvisoria, ammonterebbe ad almeno diecimila euro e l’azienda non sarebbe nemmeno assicurata contro questo tipo di incidenti.
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