All'Arbitro Consob quasi 400 ricorsi, uno su tre è contro Veneto Banca e Bpvi

L'intervista a Gianpaolo Eduardo Barbuzzi, presidente dell’Arbitro: «Sotto la lente l’informazione preventiva ai risparmiatori»

PADOVA. Sono 386 i ricorsi oggi all'analisi dell'Arbitro per le controversie finanziarie (Acf). Organismo Consob operativo dal 9 gennaio 2017, lo stesso giorno dell'avvio delle transazioni delle ex popolari venete. «Procediamo con una media di cinque ricorsi al giorno - spiega Gianpaolo Eduardo Barbuzzi, presidente dell'Arbitro - un dato che, proiettato su base annua, ci potrebbe far arrivare a 2 mila ricorsi a fine 2017». Una cifra significativa, visto che l'organismo è attivo da solo tre mesi e lo strumento non è ancora ben conosciuto. Vi si possono rivolgere tutti i risparmiatori che hanno già presentato, senza successo, reclamo agli intermediari finanziari. L'Arbitro è infatti come uno strumento, veloce e gratuito, per stabilire l’eventuale risarcimento da corrispondere.

Presidente, di questi 386 ricorsi, quale è la quota che riguarda Bpvi e Veneto Banca?

«Siamo attorno al 35%: circa 140 dossier. Non c'è un dato territoriale prevalente ma finora sono coinvolti 78 intermediari e questo ci dice che, al di là di vicende importanti e gravi, c'è bisogno di una figura come l'Acf per risolvere numerose criticità».

Chi si può rivolgere a voi?

«La competenza Acf riguarda rapporti tra clienti e intermediari nel caso di violazione degli obblighi di informativa e correttezza, quindi intermediazione finanziaria. La maggior parte dei ricorsi riguarda l’informazione preventiva circa la consapevolezza e l’adeguatezza del prodotto. Poi ci sono le anomalie economiche, mancate evidenze documentali, aspettative di rendimenti maggiori rispetto a quelle evidenziate».

E per le banche venete?

«È pressochè totalitaria l'intermediazione».

Perché un cliente dovrebbe rivolgersi a voi?

«Il ricorso è gratuito e i tempi sono sfidanti: 180 giorni di cui i primi 90 dedicati al contradditorio con l’intermediario, e i successivi per deliberare. A luglio avremo le prime decisioni del collegio arbitrale».

Se il cliente ha ragione che succede?

«Ci sono 30 giorni per adempiere alla decisione che però non è una sentenza. Se la banca o intemediario non adempie è comunque obbligata a pubblicarla online. La decisione finisce anche sul sito dell'Arbitro e su due quotidiani nazionali ha quindi un aspetto reputazionale importante».

Deterrente...

«L’obiettivo è che la decisione venga eseguita; resta comunque aperta la via guidiziaria che ha chance di vittoria forti, se il ricorrente è munito della decisione dell’Acf».

Che percentuale di vincite stimate?

«I contradditori sono aperti, difficile ora fare una casistica».

Che ne pensa della sentenza del tribunale di Verona contro Bpvi?

«Ogni giudizio è a sè stante, si dovrà valutare ogni profilo e ogni prodotto e decidere caso per caso. Questo non significa che nel tempo non ci siano stati comportamenti ripetuti».

Quanti i ricorsi irricivibili?

«Un 10% circa, molti per assenza del reclamo preventivo».

Di che importi parliamo?

«Abbiamo competenza fino a 500 mila euro e questa è stata la richiesta massima, ma abbiamo un ricorso di 41 euro. Il valore medio è di 50 mila. Si tratta di piccoli soci, risparmiatori retail».

Eleonora Vallin

Argomenti:economia

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova