Altri cento profughi a Bagnoli

Ora sono 470, sindaci della zona sul piede di guerra: «Non siamo la discarica dei problemi del Veneto»
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PARTENZA PULMAN DALLA PRANDINA
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PARTENZA PULMAN DALLA PRANDINA

BAGNOLI. Quasi un centinaio i nuovi arrivi al centro di accoglienza per migranti a San Siro. Ieri sono arrivati una quarantina di profughi mentre oggi ne sono attesi altri 54 dall'ex Prandina.

Con quest'ultimo trasferimento dall'ex caserma padovana, il totale degli ospiti a Bagnoli ora arriva a contare ben 470 persone.

Duecento in più rispetto ad un paio di settimane fa, all’annuncio della chiusura della Prandina a Padova, quasi il quadruplo confronto ai 120 indicati lo scorso novembre come massimo delle presenze a San Siro. A questo punto ormai gli spazi disponibili iniziano anche a scarseggiare visto che le camerate ristrutturate lo scorso autunno sono tutte occupate, insieme alle altre stanze ricavate nella palazzina della mensa. Se gli arrivi continueranno anche le prossime settimane non è escluso il ricorso alle tende, in modo da ricavare al più presto degli altri posti, a meno che non vengano sistemate e riaperte in tempi da record anche le altre camerate.

Sarà comunque la Prefettura a decidere in base all'evoluzione degli sbarchi e, soprattutto, alla disponibilità di trasferimenti in strutture più piccole sparse nella nostra provincia. Quel che è certo è che, se la situazione non cambia, San Siro rischia di avere gli stessi problemi di sovraffollamento della vicina base di Conetta, senza contare l’impatto sul territorio. E proprio sui numeri scoppia la polemica in paese: da giorni il comitato “Bagnoli dice no”, di fronte al via vai dei pullman e alle cifre che girano a Bagnoli con insistenza, chiede di conoscere con certezza il totale delle presenze nell’ex base. Ieri pomeriggio nel frattempo c’è stata un po’ di concitazione per l’arrivo di un’ambulanza davanti all’abitazione di San Siro, a poche decine di metri dalla chiesa, nella quale sono ospitati altri 9 profughi. Uno di loro è scivolato in casa ed è stato soccorso da un’ambulanza del 118 e tutto si è risolto rapidamente. Intanto continuano le azioni ufficiali di protesta: dopo Bagnoli anche la giunta comunale di Agna ha approvato una dura delibera ad indirizzo politico per ribadire la contrarietà alle grandi concentrazioni nei centri come San Siro e Conetta e per dare mandato al sindaco di «porre in atto ogni azione presso enti competenti e autorità superiori per manifestare il dissenso all'uso delle ex basi nel nostro territorio».

E come primo atto il sindaco Gianluca Piva, centrodestra, lancia un appello al presidente della Regione Zaia: «Non siamo la periferia né la discarica dei problemi del Veneto, Zaia ci deve ascoltare, non possiamo continuare così. La nostra gente non ce la fa più e io manifesto tutto il nostro malumore per come vengono gestite le cose. È da un anno che siamo sotto pressione e invece di diminuire, i numeri continuano a salire. Basta, bisogna che lo Stato si renda conto di cosa sta succedendo e del modo con cui si sta demolendo il nostro tessuto economico e sociale. La situazione ad Agna sta per scoppiare». Il sindaco di Bagnoli continua invece ad invitare tutti a inviare una mail di protesta agli indirizzi di posta elettronica certificata del Ministro Alfano e del Prefetto di Padova.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:immigrazione

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova