«Ambulatori del Policlinico, pazienti stipati come sardine»

PADOVA. Per ogni problema che si risolve, un altro se ne crea. Sembra un po’ il destino caratterizza gli interventi che vengono fatti in Azienda ospedaliera Università di Padova. Da ultimo lo spostamento degli ambulatori che erano ospitati nella palazzina di Pneumologia sul lato nord di via Giustiniani, trasferiti nel piano rialzato del Policlinico, dove già erano collocati altri ambulatori.
Cantieri e traslochi
Se da una parte finalmente si sta procedendo al cantiere per la demolizione di Pneumologia per far spazio alla nuova Pediatria, dall’altra si levano voci di protesta dagli utenti del poliambulatorio. Caotico, intasato, costretto in spazi ristretti, sala d’attesa inadeguata. Più critica ancora la voce degli utenti trapiantati che frequentano gli ambulatori afferenti alla Pneumologia, i quali - sottolineando il fatto di essere immunodepressi - lamentano di dover affrontare lunghe attese condividendo l’ambiente con gli altri pazienti. Nemmeno i lavoratori sembrano del tutto soddisfatti della nuova sistemazione degli ambulatori, tant’è che la Uil - fattasi carico delle segnalazioni del personale - ha già presentato una nota all’Amministrazione.
Gli utenti
Claudia, 53 anni, trapiantata di rene vent’anni fa, deve sottoporsi periodicamente a spirometria e altri esami. «Quando l’ambulatorio era nella Pneumologia c’era uan sala d’attesa adeguata, mentre ora siamo stipati all’inverosimile, con quasi cento persone dove ce ne starebbero una cinquantina al massimo. Al di là del disagio, con anziani costretti a lunghe attese in piedi, ci sono utenti immunodepressi come me che rischiano di ammalarsi. Per ovvie ragioni, sono tanti anni che frequento l’ospedale e mi dispiace constatare che invece di migliorare la situazione va sempre peggiorando».
Il sindacato
«Siamo stati chiamati in più occasioni dal personale» fa sapere Luigi Spada della Uil, «per verificare le condizioni in cui sono costretti a lavorare, con postazioni più che ravvicinate, accavallate una all’altra, senza i citofoni per chiamare i pazienti, costretti a cercarli tra le decine e decine di persone in sala d’attesa o nei corridoi, nella confusione più totale. L’Amministrazione si è dimostrata ancora una volta impreparata rispetto a una situazione prevista e prevedibile, ovvero il trasloco degli ambulatori della Pneumologia. Ma qui non c’è problema che si risolva senza crearne di nuovi».
La direzione
«Spostare le attività di Pneumologia ha richiesto l’apertura di 18 cantieri» fa notare il direttore generale dell’Azienda ospedlaiera Luciano Flor, «perché si è voluta dare soluzione definitiva e organica, riunendo le specialità, superando la predcedente dispersione. Sul tema degli immunodepressi c’è da dire che in ospedale abbiamo il reparto infettivi, per il resto negli ambulatori e nei reparti c’è lo stesso rischio di malattie che c’è in un treno o in autobus. Detto questo» annuncia Flor, «il tema di percorsi dedicati per i trapiantati è importante, tant’è che sarà il nostro prossimo progetto quello di realizzare una piastra loro dedicata».
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