Antonietta è morta per cause naturali

Resta il dubbio sul testamento esibito dalla badante. Il nipote: «L'ha circuita»
L’ABITAZIONE. La casa dove risiedeva Antonietta Martinengo. A sinistra: l’anziana
L’ABITAZIONE. La casa dove risiedeva Antonietta Martinengo. A sinistra: l’anziana
 MONSELICE.
Novantenne muore e lascia quasi tutto alla badante: il caso si complica. Antonietta Martinengo è morta per cause naturali. E' mancata per alcune complicazioni dovute principalmente all'età avanzata, 90 anni. Nessun'altra causa, nessuna azione esterna, nessun fattore anomalo. Ma a complicare il caso rimangono alcune strane coincidenze temporali.
 Coincidenze che concentrano forti dubbi nei confronti di Maria, la badante rumena a cui la Martinengo ha lasciato parte dei propri beni.
 Il caso.
Antonietta Martinengo muore lunedì 11 luglio nella propria abitazione di via Gambarare 4 a San Bortolo. Viene trovata dalla badante rumena (sessant'anni, sposata con un italiano più anziano) che l'aveva accudita fino a qualche settimana prima. Al funerale della donna i parenti apprendono di un fantomatico testamento, nel quale la novantenne lascia alcuni terreni alla badante. Il nipote Ettore Martinengo, residente a Correzzola, si affida agli avvocati Davide e Umberto Perilli di Conselve e indirizza un esposto alla Procura. Rende noto un testamento olografo precedente, che lo indica tra i destinatari dei beni dell'anziana, ed esclude lasciti alla badante. Il pm Sergio Dini vuol far chiarezza sulle cause di morte della Martinengo e dispone la riesumazione della salma e l'autopsia. L'esame svolto dal dottor Giovanni Cecchetto dell'Istituto di medicina legale di Padova conferma che Antonietta è morta per cause naturali. Resta però il dubbio sulla veridicità del testamento sbandierato dalla badante.
 Coincidenze.
A farle emergere è lo stesso Ettore, incontrato ieri in via Gambarare: «Maria lavorava da mia zia dal maggio 2010. Il 30 giugno ha deciso di licenziarsi per motivi fiscali: per percepire la pensione, doveva dimostrare di non essere più sotto contratto». Ma ecco l'anomalia: «Il lascito con cui Antonietta gli intesta la casa e 5 metri di terreno sarebbe stato firmato il 28 giugno, due giorni prima del licenziamento, meno di due settimane prima della morte - continua -. Siamo increduli, io e tutti i miei cugini: noi ci fidavamo di lei». Ettore racconta che da 14 anni è lui che quotidianamente da Correzzola fa tappa a San Bortolo per curare la zia, badare ai campi, comprare medicine e portare la zia in ospedale. «Maria l'avevo assunta io», ricorda il nipote. Non era dunque il parente più prossimo alla Martinengo, ma quello affettivamente più vicino. Lo stesso Ettore ha poi sottolineato come, ultimamente, la stessa novantenne si fosse lamentata della badante, con cui i rapporti non erano più idilliaci, «tanto che mi aveva assicurato di non volerle lasciare niente». Il dubbio è che l'anziana possa essere stata circuita dalla rumena. E' quanto dovrà capire la Procura, che per ora non ha formulata alcuna ipotesi di reato. Nicola Cesaro ALL'ALI' DI MONSELICE Rovescia la merce al supermercato Magrebino finisce in Psichiatria
 MONSELICE.
Ha dato in escandescenze, si è messo a inveire contro alcuni clienti, poi ha preso a rovesciare a terra la merce esposta sugli scaffali del supermercato. Sono dovuti intervenire i carabinieri della stazione di Monselice, l'altra sera, per bloccare un marocchino con problemi psichiatrici, che intorno alle 19.30 ha causato notevole scompiglio all'Alì di via Squero. Si tratta di una persona già nota per i disturbi mentali, più volte ricoverata in psichiatria in passato. E' in Italia con regolare permesso di soggiorno, ma è senza fissa dimora. A chiamare i carabinieri è stato un dipendente, dopo aver tentato inutilmente di allontanarlo. Ora è ricoverato in psichiatria. (f.se.)

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