Anziana chiama il 112 «È Capodanno, sono sola» E i carabinieri arrivano con il panettone

la storia
Il primo giorno dell’anno, a pomeriggio inoltrato, a un certo punto non ha più retto alla solitudine, ha preso in mano il telefono e composto un numero: 112. Tindara Currò, 85 anni, residente a Chiesanuova, ha chiesto aiuto ai carabinieri. «Ho detto loro che ero sola, che avevo bisogno di una parola di conforto e di qualcosa da mangiare. Di lì a poco sono arrivati». L’anziana si commuove mentre racconta l’incontro con i due militari, che si sono presentati a casa sua con un panettone, una bottiglia di vino Moscato, un sacchetto di cioccolatini e un pasto caldo. È una storia di ordinaria solitudine nell’era della pandemia e di come anche il ruolo sociale di un Corpo come quello dei carabinieri, possa cambiare in condizioni emergenziali come quelle che si stanno vivendo.
«Io non mi sono mai sposata» racconta l’anziana. «Eravamo quattro fratelli, uno di noi morì a 16 anni e mia madre andò incontro a una forte depressione. Feci una scelta, starle vicino. E così ho fatto finché non se n’è andata».
Originaria di Palermo, Tindara è arrivata a Padova perché il padre era carabiniere. Anche un fratello, Antonio Currò, è stato carabiniere. «È morto il 4 dicembre scorso e io sono rimasta proprio sola», dice sconsolata. Come spesso accade è nelle giornate di festa che emergono tutti i disagi connessi alla solitudine. «Un po’ è anche per il modo di essere dei veneti» ragiona Tindara. «Noi siciliani abbiamo il senso del vicinato, ci confortiamo, ci facciamo compagnia. Spesso qua nemmeno mi salutano».
E così intorno alle 18 del primo giorno del 2021 arriva questa telefonata alla centrale operativa del comando provinciale dell’Arma. Gli uomini del colonnello Luigi Manzini non ci hanno pensato un attimo e hanno inviato una gazzella all’indirizzo dell’anziana.
«Si sono presentati qua questi due ragazzi stupendi, un siciliano e un calabrese» racconta l’ottantacinquenne ancora commossa. «Mi hanno abbracciato, fatto gli auguri e consegnato il panettone. Non mi sembrava vero di averli qua in casa con me, di poter scambiare una parola con qualcuno in un momento così difficile. Mi hanno confortata e io ho raccontato loro la mia storia. Prima della pandemia facevo parte del coro dei carabinieri e ci trovavamo spesso con don Corrado, il cappellano militare. Avevo delle amiche, ci si vedeva ma con il virus in circolazione siamo tutti rinchiusi in casa e quella socialità è completamente sparita. E quindi eccomi qua, sempre sola».
La storia di Tindara ricorda molto quella di Fiorenzo, 94 anni, della provincia di Bologna, che il giorno di Natale ha chiamato i carabinieri dicendo di sentirsi solo e chiedendo se per caso ci fosse qualcuno che poteva brindare con lui. Anche in quel caso due militari si sono presentati dopo poco, con spumante e bicchieri.
«Quando c’è qualche problema l’Arma c’è e si fa sentire con tutto il suo amore», conclude Tindara. —
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