Appuntamento davanti al gip per i due “soci” Fasolo e Barban

Appuntamento davanti al gip padovano Margherita Brunello venerdì mattina per l’ex commercialista di Campodarsego Matteo Fasolo, 46enne agli arresti domiciliari nella sua casa veneziana di Marcon (difensore l’avvocato Stefano Fratucello), e per l’informatico Gianmario Barban, 45enne di Borgoricco (avvocato Pascale De Falco), agli arresti domiciliari per truffa ai danni dello Stato, fraudolente dichiarazioni attrraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni della stessa specie, indebite compensazioni. Accuse condivise con altri 35 indagati (tutti prestanome) che li hanno aiutati a mettere insieme un “tesoretto” di 3 milioni e 700 mila euro, tutti soldi prelevati dalle casse di enti pubblici. Enti che, tramite il meccanismo della compensazione, li hanno anticipati per conto dell’Agenzia delle Entrate. È probabile che Fasolo si avvalga della facoltà di non rispondere; Barban intenzione di dire la sua “verità”. L'inchiesta era partita nel 2018 quando la Guardia di Finanza aveva ricevuto la denuncia della Camera di Commercio patavina: una nigeriana, legale rappresentante di Debbi srl, aveva proposto di pagare il diritto annuale alla Camera (appena 120 euro) compensando un credito d’imposta Irap di 13 mila euro. L’ente aveva versato la somma detratto quando le spettava, convinto di recuperare i soldi del credito d’imposta dall’Agenzia delle Entrate. Ma quel credito era fasullo. E tutta la documentazione era stata trasmessa via Pec da Matteo Fasolo. —
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