Archeobotanica a Sant’Eufemia

Duemilacinquecento anni fa, in epoca protostorica, una folta foresta occupava lo spazio vicino all’ospedale (via Santa Eufemia, via Tiepolo, via Ognissanti, via San Massimo).
Vi crescevano querce, frassini, sambuchi, fichi e carpini, una vegetazione lussureggiante che raccoglieva tutte le essenze del bosco planiziale veneto. I querceti favorivano l’allevamento dei maiali allo stato brado e non mancavano predatori come il lupo e l’orso speleo.
Nel giardino di via Sant’Eufemia, ex frutteto, orto e pollaio per la sussistenza delle suore del Sacro Cuore di via Belzoni, ora dedicato ai giochi dei bambini, grazie ad analisi specialistiche condotte in più fasi tra il 1985 il 2005 da archeobotanici, in occasione di scavi archeologici, è stato trovato uno straordinario giacimento di resti vegetali fossili (legno, semi) risalenti ad alcuni secoli prima di Cristo.
La scoperta ha indotto all’organizzazione della mostra “Archeobotanica in giardino”, con il corredo di pannelli didattici. La rassegna, patrocinata dall’assessorato al Verde del Comune di Padova, nasce dal progetto di una naturalista, di formazione archeologica, Grazia Gioseffi con l’équipe di Archeoverde e la collaborazione della società archeologica veneta.
«Nel contesto del giardino», spiega Gioseffi, «abbiamo organizzato anche un orto in cui fioriscono i semi ritrovati: cereali, leguminose, piante tessili e officinali; uno spazio espositivo speciale è dedicato al lino, una pianta che ha inciso enormemente sul processo evolutivo della società umana. Il legno ritrovato affianca a fibre particolarmente resistenti usate per ricavare utensili da lavoro o armi, arbusti molto elastici. Ci sono anche fiori stupendi dai colori sgargianti, tra cui il papavero da oppio e le rose antiche».
Sono fioriture in cui dominano il giallo e il bianco, i colori primordiali. Infine sarà a disposizione un piccolo libro che farà da guida alla conoscenza delle specificità botaniche degli alberi. La mostra si inaugura questa mattina alle ore 11 e resta aperta fino a domenica prossima con orario 10-19.
Nel giardino i bambini hanno costruito una capanna in stile preistorico, fatta di legno e di pelli. La presenza di questi resti preziosi (alberi, arbusti, frutti, pollini) nei sedimenti archeologici sposta l’attenzione sulla longevità del mondo vegetale.
Ci sono alberi come il castagno o l’olivo saraceno che possono vivere fino a 8.000 anni, alberi che hanno attecchito ai tempi di Carlo Magno, veri e propri fossili viventi che andrebbero rispettati come le opere d’arte.
Questi sono stati i campioni di una ricchezza arborea che, nel medioevo, caratterizzava l’Europa intera. Si diceva che una scimmia potesse viaggiare di ramo in ramo da Roma a Barcellona senza mai posare una zampa in terra.
Aldo Comello
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