Arriva il controllo del vicinato

Dalle nonnine anti-spaccio alle vedette contro i furti in casa: non più un’attività estemporanea ma istituzionalizzata. Con i cittadini che diventano “antenne” per segnalare situazioni e persone sospette nei quartieri. Manca solo la firma del prefetto Renato Franceschelli, ma l’accordo ha già avuto l’ok della giunta di Sergio Giordani ed entro l’anno porterà anche in città il sistema di “controllo del vicinato”, promosso anche dal consigliere della lista civica del sindaco, Luigi Tarzia.
Dopo le tante segnalazioni arrivate dai padovani sulla situazione d’insicurezza soprattutto all’Arcella, e l’altrettanta volontà di partecipare per migliorarne le condizioni, l’amministrazione ha deciso di aderire a un progetto già applicato in molte città italiane e in alcuni centri della provincia. Una volta firmato il protocollo d’intesa con la Prefettura, con la collaborazione della polizia locale, dei gruppi di cittadini potranno organizzarsi autonomamente tra vicini per controllare l’area intorno alle proprie abitazioni, ed avere un canale privilegiato con le forze dell’ordine in caso sotto i loro occhi si presentino circostanze sospette.
La suggestione è quella delle ronde, anche se il comandante della polizia locale Lorenzo Fontolan, che ha firmato l’accordo per il Comune, lo smentisce categoricamente: «Non ha nulla a che fare con le ronde, perché qui parliamo di cittadini tutelati e formati e non di gente che sull’onda emotiva vuole risolvere da sola i problemi» chiarisce. A breve Giordani e Fontolan sceglieranno le zone più a rischio dove attivare il servizio e sistemare un’apposita segnaletica per comunicare ai malintenzionati che la loro presenza non passerà inosservata.
Su base volontaria i residenti di quei quartieri potranno rientrare nel progetto, e dar conto a un coordinatore che verrà formato dalla polizia locale per gestire i rapporti. Sarà quest’ultimo, quindi, ad avere il contatto diretto con le forze dell’ordine nel caso in cui arrivino segnalazioni di spaccio sotto casa, o di movimenti sospetti.
Per statuto il progetto “Controllo del Vicinato” non presuppone atti eroici, né ha funzioni repressive, ma lavora sulla prevenzione. Un sistema nato negli Stati Uniti ormai 50 anni fa, arrivato negli anni ’80 in Europa e solo nel 2009 in Italia, ma che serve innanzitutto per ristabilire il senso di sicurezza dei cittadini e istituzionalizzare i tanti comitati che già esistono.
«Questo progetto sposa in pieno la mia visione strategica sulla sicurezza – ha sottolineato il sindaco Sergio Giordani – che inizia dalla partecipazione dei cittadini, dalla cura del territorio anche nei dettagli, sempre all’interno di una grande collaborazione con il prefetto, il questore e tutte le forze dell’ordine. È un nuovo modo di intendere l’apporto civico sui temi del decoro urbano».
Luca Preziusi
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova