Assistente sociale assunto per i profughi L’opposizione insorge

Cadoneghe aderisce allo Sprar, i migranti salgono da 21 a 30 Il Comune arruola un operatore. Benato: «Era proprio il caso?»
CADONEGHE. Mentre il Comune di Cadoneghe si appresta a emanare un bando per far salire a una trentina i rifugiati da ospitare nel proprio territorio attraverso il progetto Sprar (attualmente dovrebbero essere al massimo 21), suscita un certo clamore e poca chiarezza l’assunzione di un assistente sociale che avrebbe l’esclusivo compito di occuparsi dei profughi. Un impiegato il cui stipendio ricadrebbe sulle casse comunali e quindi sui cittadini e che non si occuperebbe delle problematiche sociali dei sedicimila residenti, bensì solo dei rifugiati. L’atto di indirizzo è stato avvallato da una delibera di Giunta che risale all’8 gennaio e si riferisce al nuovo progetto Sprar che il Comune di Cadoneghe ha presentato al ministero dell’Interno il 2 ottobre scorso per il triennio 2018/2020, approvato dal ministero stesso il 28 dicembre. L’assistente sociale, inquadrato in categoria D1, lavorerebbe trenta ore settimanali, a tempo determinato per dodici mesi. Potendo assumere del personale, il Comune ha preferito propendere per questa figura professionale che si occupasse esclusivamente dei rifugiati. «Non siamo contrari in assoluto allo Sprar, ma contestiamo il numero dei rifugiati», dichiara il consigliere di minoranza Andrea Benato (Centrodestra Cadoneghe – Forza Italia). «Salendo da 21 a 30 aumenta la difficoltà a controllarli e costringe ad assumere un assistente sociale: forse non era il caso. Non ci hanno convinto le dichiarazioni dell’assessore Augusta Parizzi, relative al suo stipendio, che sarà di 12 mila euro: francamente pare assai poco e soprattutto non è ancora dato sapere con quale eventuale contributo ministeriale potrà essere coperto. Restiamo perplessi poi circa la spesa prevista in bilancio: se nel 2017 erano stati stanziati 288 mila euro per 21 profughi, perché nel 2018 la spesa è salita a 900 mila? Anche ammettendo trenta migranti e lo stipendio dell’assistente sociale, i conti non tornano. Infine è mancata la trasparenza nella ricerca di seconde case da affittare per ospitare i migranti: non è stato data all’intera cittadinanza l’opportunità di poter affittare case sfitte e magari a qualcuno che non lo sapeva avrebbe fatto comodo questo introito. Abbiamo quindi chiesto che al nuovo bando venga data ampia diffusione».


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