Assolto a 12 anni dalla denuncia un ex allenatore di calcio

Limena
Condannato in primo e secondo grado. Poi l’azzeramento della pronuncia d’appello da parte della Cassazione che ordina un nuovo processo di secondo grado.
Ed è arrivata la piena assoluzione per Davide Zago, 45enne di Limena all’epoca docente di Educazione fisica e allenatore con la tessera Figc– Federazione italiana gioco calcio (ora ha cambiato lavoro), accusato di violenza sessuale su tre bambini di 10, 5 e 4 anni. Tutto cancellato: nessuna responsabilità penale hanno sentenziato i giudici veneziani della Corte d’appello a 12 anni dall’avvio dell’inchiesta iniziata nel 2009. Nessuno si era costituito parte civile nel processo d’appello. Tra una sessantina di giorni le motivazioni. In tutti questi anni l’imputato, comunque, ha sempre ribadito con forza la propria innocenza spiegando che nulla mai era accaduto con i tre bambini. Il procedimento penale scatta in seguito alla denuncia di una coppia di genitori che, secondo quanto riportato negli atti, avrebbero raccolto le confidenze del figlio (poi si erano aggiunti gli altri). I fatti – è la loro versione – sarebbero accaduti nel febbraio 2009 quando in una palestra dell’hinterland di Padova due bimbi di 5 e 4 anni, che frequentavano corsi di psicomotricità, sarebbero stati “invitati” da Zago a far la pipì con lui. I successivi episodi si sarebbero verificati il 21 aprile e il 5 maggio quando – sempre secondo quella che era l’ipotesi accusatoria – l’allenatore si sarebbe esibito in spogliatoio con un bimbo di 10 anni che allenava a calcio. L’indagine si chiude con la richiesta di rinvio a giudizio per l’allenatore diplomato all’Isef che chiede di essere giudicato con rito abbreviato ovvero “allo stato degli atti” (sulla base della documentazione raccolta nel fascicolo processuale). Una famiglia si costituisce parte civile e reclama un risarcimento di 100 mila euro.
In aula l’imputato si difende. E racconta – come aveva sempre ribadito – di essersi limitato ad accompagnare i bimbi a fare la pipì, gesto privo di connotazione di carattere sessuale. Durante il processo con rito alternativo c’è un cambio di giudice. E solo il 7 febbraio 2014 si arriva alla sentenza in primo grado non prima di un incidente di percorso. Durante il giudizio con rito abbreviato, dopo la requisitoria del pm avvenuta il 15 ottobre 2013, l’udienza slitta di quasi un mese per dare la parola al difensore. Al rientro in aula, il 12 novembre successivo, il giudice si dimentica che la difesa deve ancora parlare e, appena entrato in aula, si avvia a leggere la pronuncia di condanna (menzionati gli articoli che si richiamano in caso di responsabilità dell’imputato), salvo bloccarsi quando uno dei legali presenti invita il magistrato a fermarsi, rammentando che la parola spetta alla difesa. Sette anni più tardi l’assoluzione. —
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