Ater, il direttore con la laurea della “fabbrica” dei diplomi

Una laurea per lo meno chiacchierata e un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta Regionale mettono nel mirino il direttore dell’Ater di Padova, nel pieno di una revisione dei canoni d’affitto che sta suscitando un putiferio fra gli inquilini delle case popolari. Sotto la lente del consigliere regionale Piero Ruzzante è la laurea del direttore Marco Bellinello (in carica da novembre 2018) conseguita alla Adam Smith University of America, istituto con sede a San Marino balzato più volte agli onori delle cronache come fabbrica di diplomi per facoltosi professionisti.
inchieste
Il consigliere cita alcune note inchieste giornalistiche (la prima di Repubblica nel 2005 aveva comete titolo “L’importante è chiamarsi doctor”) ed un documento del Cimea, il Centro di informazione sulla mobilità e le equivalenze accademiche, dal titolo “Lauree 30 e Frode”. Il Cimea, riconosciuto dal Miur, dalla Ue e dall’Unesco, proprio alla Adam Smith University dedica un’intera pagina. Ruzzante chiede lumi sui requisiti presentati dal direttore dell’Ater di Padova Bellinello che, dal 2010 al 2016, ha lavorato come dirigente regionale. Una posizione per cui è richiesto per legge una laurea. Bellinello, nel suo curriculum vitae, alla voce titolo di studio, mette il solo diploma di geometra (conseguito al Bernini di Rovigo) ma come principale esperienza formativa professionale inserisce il diploma di laurea in Scienze Politiche, indirizzo amministrativo, conseguito alla Adam Smith of America in data 13 febbraio 2009. Di fatto circa un anno e mezzo prima di passare alla carica di dirigente regionale. Un titolo che, pure non richiesto per diventare direttore dell’Ater di Padova, sarebbe stato invece necessario per ottenere quell’esperienza di almeno 5 anni da dirigente, in questo caso di un ente pubblico, invece espressamente previsto per la carica.
trasparenza
«La questione politica di per sé è semplice», spiega Ruzzante. «Nel momento in cui la Regione, con la nuova legge sulle Ater, fa le pulci agli inquilini delle case popolari per verificare il loro diritto ad accedere all’alloggio è legittimo richiedere altrettanta coerenza e trasparenza a chi è incaricato di dirigere quegli stessi enti pubblici. Non è possibile che chi ha ricevuto il Tfr dopo anni di lavoro rischi di essere buttato fuori dalle case popolari in seguito alla nuova riforma della valutazione dell’Isee. Altrettanto inaccettabile è che persone di 85 anni si trovino a dovere pagare un canone più che raddoppiato per il solo fatto di essere riusciti a mettersi i soldi da parte per il proprio funerale».
interrogazione
Questa la ratio politica dell’interrogazione alla Giunta regionale depositata da Ruzzante a palazzo Ferro Fini ieri. «Voglio andare a fondo di una vicenda», spiega Ruzzante, «che, se fosse vera, sarebbe di estrema gravità. Non sarebbe la prima volta che in Regione si verificano queste vicende, gravi non solo di per sé ma pure pensando ai tanti giovani e meno giovani che studiano notte e giorno per conseguire lauree vere. Persone oneste che rischiano di venire bypassati da operatori di lungo corso che contano su rapporti di vicinanza politica piuttosto che sui requisiti di legge». —
Riccardo Sandre
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