Avvelenati cinque cani con bocconi per topi a Ospedaletto

OSPEDALETTO EUGANEO. Cinque cani avvelenati con il veleno per topi. Due sono morti, altri tre si sono salvati grazie all’intervento dei proprietari, che li hanno portati d'urgenza dal veterinario. È successo lo scorso weekend in via Palugana Lunga 35: a far le spese della crudeltà umana le cinque bestiole di Maurizio Ruggin. Il primo a morire è stato Lucky, un pastore tedesco di dodici anni: mercoledì scorso a trovarlo ormai morto è stato Nicola, figlio di Maurizio. Sulle prime la famiglia ha pensato che il cane fosse morto per un malanno improvviso dovuto alla vecchiaia, essendo 12 anni un’età abbastanza avanzata per un pastore tedesco. Anche se fino al giorno prima l’esemplare stava benissimo.
A gettare una luce più sinistra sull’accaduto è stato però, la sera di venerdì scorso, il ritrovamento di un altro cane morto, una giovane femmina sempre di pastore tedesco, di appena tre anni, Coca. A quel punto la famiglia ha iniziato a temere il peggio: sabato mattina Maurizio Ruggin, rientrato in anticipo rispetto al previsto, ha subito portato dal veterinario le tre bestiole ancora in vita. Si tratta di un pastore belga, Bobò, un meticcio di taglia piccola, Bud, e un dalmata, Lemon. Soprattutto i primi due presentavano già i tipici segni dell’avvelenamento e la visita veterinaria ha confermato che se la sono cavata per un soffio. «I nostri cani vivono e dormono in giardino, che è recintato, non hanno la possibilità di uscire in giro» spiega il padrone di casa «non vanno in strada e nemmeno nei nostri campi». Eppure di sicuro qualcuno li ha avvelenati, anche se i residenti non hanno trovato tracce. «Il veterinario ci ha confermato che avevano ingerito del veleno per topi» continua il racconto «e anche in dosi massicce. Il fatto che siano morti i due pastori tedeschi si spiega perché erano i due capobranco, che di sicuro avevano mangiato per primi e quindi di più. Il dalmata, che è con noi da poco, di sicuro ha mangiato per ultimo e infatti era quello con meno sintomi. Gli altri due, se fossimo tornati un giorno più tardi, erano spacciati». Nei dintorni non ci sarebbero casi recenti di altri avvelenamenti. La famiglia pensa a un tentativo di furto. «Abbiamo anticipato di un giorno il rientro» spiega Maurizio «forse il piano era che per domenica tutti i cani fossero morti». I tre superstiti, grazie alle terapie, sono invece salvi.
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