Avvocatura di Stato assente all’udienza. E ora Deda denuncia «gravi irregolarità»

Dopo il passaggio al Tar, si tinge di giallo il ricorso sul vincolo L’Ad Cetera: «Abbiamo riscontrato violazioni di legge» 

Due carrare. C’è un ricorso al Tar contro una decisione presa da un organo periferico del ministero. E a quell’udienza l’Avvocatura dello Stato, che dovrebbe difendere l’amministrazione statale, non si è presentata. È un caso strano, sicuramente inconsueto, probabilmente anche grave, quello che si è verificato giovedì al Tar del Veneto dove si è tenuta l’udienza più grossa dell’anno, per l’importanza della posta in palio. Il centro commerciale di Due Carrare - bloccato dal vincolo di tutela indiretta posto a dicembre del 2017 dalla Soprintendenza su tutta l’area del castello del Catajo - è un progetto da cento milioni di euro e mille (previsti) posti di lavoro. E dalla sua realizzazione dipendono - qualunque sia l’esito della partita - le sorti di un comune e di un’area intera. Eppure, nonostante l’importanza dell’udienza, l’Avvocatura non ha ritenuto necessario esserci.

partita infinita

L’assenza non è sfuggita a nessuno. Eppure è rimasta fuori dalle considerazioni rilasciate a caldo dalle parti in causa. Ma a cercare di interpretare l’accaduto, si aprono nuovi fronti che complicano ulteriormente la comprensione di ciò che potrà succedere. Interpellata per una interpretazione dell’accaduto, la Deda srl ha risposto con una nota scritta. «Non vogliamo rilasciare commenti sull’udienza né sull’assenza vistosa e inusuale dell’Avvocatura distrettuale all’udienza», sostiene Leonardo Antonio Cetera, amministratore delegato di Deda srl, la società che con il sostegno del fondo Devar Claims vuole costruire il centro commerciale. «Certo fa rumore questa assenza in una questione così rilevante», aggiunge Cetera. Che poi chiude con una dichiarazione che spalanca le porte a nuovi scenari tutti da immaginare: «Ci limitiamo a evidenziare che, contro le irregolarità, illiceità e palesi violazioni di legge e di comportamenti che abbiamo riscontrato e documentato, provvederemo a perseguire i responsabili nelle sedi opportune».

la minaccia

Dopo aver fatto immaginare una richiesta danni per milioni di euro, a causa del continuo rinvio delle autorizzazioni a costruire prima e del vincolo poi, Deda fa ora intuire ulteriori sviluppi di questo infinito braccio di ferro. La società dei Cetera fin dall’inizio ha considerato «frettolosa, esagerata e non dovuta» la decisione della Soprintendenza di apporre un vincolo indiretto sull’area destinata al centro commerciale, in palese contrapposizione con i diritti edificatori che la società vantava sui terreni di via Mincana. E ora ipotizza anche violazioni di legge.

cosa succede ora

Difficile immaginare il finale di questa partita, al momento. Bisognerà aspettare la decisione dei giudici, che è attesa in un minimo di quindici giorni e al massimo in un mese e mezzo. Leggere le motivazioni della stessa. E capire su quali documenti troverà fondamento. Per l’importanza della posta in palio, è sempre stato dato per probabile un ricorso della parte perdente al Consiglio di Stato. Ma negli ultimi mesi Deda ha aumentato il carico, annunciando l’intenzione di chiedere, in qualsiasi caso, un risarcimento del danno che le è stato procurato. E ora anche l’intenzione di denunciare comportamenti illeciti, già documentati. Di chi e in quale contesto: sono le domande che tingono di giallo la vicenda.

Cristiano Cadoni

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