Azioni vendute alla nonna di 94 anni, parte la causa

Il caso raccolto da Adiconsum, azione contro l’istituto di Montebelluna per circonvenzione di incapace
Ferrazza Signoressa sede Veneto Banca
Ferrazza Signoressa sede Veneto Banca

TREVISO. Proporre l’acquisto di azioni a un cliente è normale. E proporlo a una signora di novantaquattro anni? È successo, e la vendita è andata in porto: l’anziana ha messo la firma e ha trasformato circa quindicimila euro - in pratica tutti i suoi risparmi - in azioni Veneto Banca.

«Potrebbe trattarsi di circonvenzione d’incapace»: Valter Rigobon, responsabile dell’Adiconsum Cisl di Treviso e Belluno, va dritto al cuore della faccenda. A rivolgersi all’associazione di tutela dei consumatori è stata la figlia dell’anziana cliente di Veneto Banca. «Solo da pochi giorni», racconta Rigobon, «i parenti della donna, oggi novantasettenne, si sono accorti che tre anni fa la banca ha venduto azioni alla donna». Era, il 2012, il periodo di maggior valore delle azioni, 40,25 euro ciascuna. Oggi di fatto un valore non c’è, se non il teorico diritto di recesso fissato a 7,30 euro. A tutela della privacy dell’anziana, Adiconsum non fornisce dati sull’identità della donna né sulla cifra precisa: si tratta comunque di un caso avvenuto in provincia di Treviso e con in ballo oltre diecimila euro. «Con i nostri legali ora stiamo valutando una causa per circonvenzione d’incapace».

Il gusto che lascia in bocca questa storia è amaro, amarissimo: se le condizioni sono davvero queste - Veneto Banca potrà chiarire se è così - è lecito domandarsi quale etica personale, ancor prima che professionale, abbia guidato il bancario o il direttore di filiale che ha “proposto” l’acquisto all’anziana signora. Era in grado di capire, la donna? Sa e sapeva cosa sono le azioni, il profilo di rischio, le prospettive d’investimento?

Tra le centinaia, forse migliaia di storie di risparmio tradito, questa rischia di essere una di quelle dai contorni più subdoli. «Solo per Veneto Banca abbiamo raccolto in questi mesi 504 istanze di tutela», racconta ancora Rigobon, «e una decina di esse sono già diventate azioni legali». Altro caso drammatico: «Un cliente di Veneto Banca aveva il mutuo e un pacchetto di azioni», racconta ancora il responsabile Adiconsum, «poi ha perso il lavoro. In difficoltà economiche, voleva vendere le azioni e con quelle pagare le rate: non glielo hanno permesso, e ora ha pignoramento e casa all’asta». Generalizzare è rischioso, così come sarebbe poco serio definire tutti gli azionisti come vittime: c’è chi ha comprato azioni con il chiaro intento di investire e guadagnare, conoscendo i rischi del gioco. Per quanti, però, l’acquisto è stato in qualche modo “forzato” - condizione necessaria per avere un mutuo, o fidi all’azienda - e per quanti altri è stato caldeggiato in spregio delle norme, in primis la direttiva europea Mifid che impone di vendere prodotti finanziari rischiosi solo ed esclusivamente a investitori pienamente consapevoli? «Speculatori e risparmiatori sono due cose ben diverse», dice il responsabile Adiconsum, «noi vogliamo tutelare i secondi».

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