Azove, vendite in crescita per la carne padovana

Il consorzio segna un +12% con il fatturato che sale oltre i 130 milioni di euro Presentato il nuovo marchio di qualità verificata. «Salute, non fidatevi del web»
PADOVA. Il consumatore veneto ha fiducia nella sua terra, tanto da premiare uno dei maggiori produttori di carne in Veneto, la cooperativa Azove, che in barba ad un periodo che continua a registrare il segno meno (-3,3% nel 2016), vanta un aumento delle vendite: oltre 12% annuo nell’ultimo triennio.


Ieri ad Agripolis, il tempio universitario di agraria, la cooperativa ha riunito istituzioni, soci, buyer, distributori e consumatori per raccontare i numeri di un successo e presentare la certificazione “Qv, Qualità verificata” istituita dalla Regione Veneto, della quale il gruppo è concessionaria.


Un sistema di controlli verticali: ogni passaggio dell’intera filiera – dall’acquisto del bovino alla sua alimentazione fino alla macellazione ed alla commercializzazione – sono rintracciabili. La lunga collaborazione con Agripolis e dunque l’Università patavina è un ulteriore controprova delle certosine verifiche. Azove ha un pedigree di tutto rispetto: quasi 45 anni di storia di zootecnia; oltre 130 soci allevatori e una produzione annua di circa 45 mila capi. Inoltre un fatturato di oltre 130 milioni di euro, più di 11 milioni di kg di carne lavorati e commercializzati, 50.000 tonnellate di alimenti zootecnici acquistati e forniti ai soci e un bilancio di chiusura 2016 che ha registrato un utile di oltre 225.000 euro. E così ha anche conquistato il mercato della grande distribuzione: Esselunga, Conad, Despar, Eurospin e Famila, pur senza dimenticare il consolidato rapporto di fiducia con le macellerie del territorio.


La proiezione per il 2017 porta al superamento dei 30.000 capi lavorati, con una crescita prevista della commercializzazione attraverso il canale Gdo del 20%. Che le carni Azove e dunque degli allevatori veneti, che alimentano gli animali con i cereali della pianura padana, sia di ottima qualità, lo testimoniano giudici imparziali. Come i prof universitari. «In generale la carne italiana e quella europea è controllata e di buona qualità», spiega Giovanni Bittante, ordinario di Zootecnica generale di Agripolis. «Ma quella veneta garantisce una qualità ancora maggiore perché da 40 anni gli allevatori della cooperativa si sono messi in testa di ridurre al minimo l’utilizzo degli antibiotici». Azove è stato anche tra i primi produttori a garantire gli allevamenti per il benessere animale: «la salute naturalmente – precisa Fabio Scomparin, presidente Azove – ma anche la qualità della vita, ovvero spazi idonei, acqua sempre pulita, zero cortisone, aria garantita».


Scomparin ha annunciato anche l’acquisto, a Cittadella, di una moderna struttura per la lavorazione che consentirà di unificare tutte le attività del gruppo. Tuttavia sono numerosi, negli ultimi tempi, gli “attacchi” alla carne rossa lavorata. Il consumatore ha motivo di allarmarsi? «Le problematiche tumorali collegate da alcuni studi alla carne rossa lavorata vanno contestualizzati», spiega Mauro Zamboni, nutrizionista, componente Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute. «Sono infatti per lo più studi americani ed esteri, dove è molto maggiore l’assunzione di carne e dove è diversa proprio la carne. Un’assunzione ragionata mette al sicuro da questi pericoli: 2-3 porzioni a settimana considerando 150 grammi a porzione. Infine attenzione ad internet: grandi quantità di notizie che non vengono filtrate né contestualizzate».


Elvira Scigliano




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