Aggressione in piscina, Daspo urbano e sportivo per il trapper Baby Touché

Il trapper padovano non potrà avere accesso a esercizi pubblici e aree urbane in provincia di Padova per tre anni e per lo stesso periodo non potrà partecipare a manifestazioni sportive in tutta Italia. Stesso provvedimento per un 27enne che ha partecipato alla rissa

Un frame dell'aggressione alla piscina di Monselice
Un frame dell'aggressione alla piscina di Monselice

La settimana scorsa l’aggressione al personale della piscina di Monselice per un lettino non pagato. Ora a carico del trapper Baby Touché e di altri protagonisti dell’episodio sono arrivati i provvedimenti della Questura.

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I provvedimenti traggono origine dai fatti accaduti mercoledì 4 giugno a Monselice, dove il ventunenne artista – già gravato da numerosi precedenti – e un suo amico ventisettenne sono stati denunciati per i reati di minacce e lesioni personali in seguito a un’aggressione nei confronti del gestore delle piscine comunali, avvenuta alla presenza di numerose famiglie con bambini. L’uomo ha riportato contusioni multiple, con una prognosi di cinque giorni, a causa della violenza scaturita per futili motivi.

Le misure di prevenzione adottate

A seguito dell’istruttoria svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Padova, e alla luce del profilo di pericolosità sociale emerso, il questore ha ritenuto necessario emettere nei confronti dei due giovani un DASPO “Willy” della durata di 3 anni, che vieta l’accesso a esercizi pubblici e aree urbane dell’intera provincia di Padova; un DASPO “fuori contesto” della durata di 3 anni, con divieto di accedere e assistere a qualunque manifestazione sportiva su tutto il territorio nazionale; un foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Monselice per 4 anni.

Il trapper, già destinatario nel giugno 2022 di un avviso orale del Questore e di diversi fogli di via dai comuni di Padova, Venezia, Ponte San Nicolò e Vicenza, presenta numerosi precedenti penali per reati contro la persona, contro la Pubblica Amministrazione e contro il patrimonio.

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Un frame della storia Instagram di Baby Touchè

L’amico ventisettenne, anch’egli gravato da un lungo elenco di precedenti – tra cui furto, ricettazione, maltrattamenti, lesioni, evasione e una condanna definitiva a 5 anni per tentato omicidio e favoreggiamento personale – è stato destinatario delle medesime misure.

Altri quattro Daspo “fuori contesto”

La Divisione Polizia Anticrimine ha riscontrato una crescente recrudescenza di episodi violenti e reati contro la persona commessi da soggetti giovani, spesso trovati in possesso di armi da taglio e protagonisti di risse, resistenze a pubblico ufficiale, danneggiamenti e aggressioni in luoghi pubblici.

Alla luce di tali evidenze, il questore ha emesso quattro ulteriori provvedimenti di DASPO “fuori contesto” della durata di 3 anni nei confronti di persone già note alle forze dell’ordine. Si tratta di:

– un 22enne residente nell’hinterland padovano, arrestato lo scorso 25 maggio ad Albignasego per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale mentre brandiva una bottiglia in vetro nei pressi di un bar. A suo carico anche precedenti per porto abusivo di armi, tentato omicidio, rissa e oltraggio. È stato inoltre destinatario di foglio di via e Avviso Orale

- un 22enne padovano, con precedenti per rapina aggravata, furto, minacce, porto abusivo di armi, spaccio e abbandono di animali, già sottoposto a misure cautelari e di prevenzione; 

- un 19enne originario del Piovese, denunciato in passato per danneggiamento, furto, rissa e interruzione di pubblico servizio, anch’egli già destinatario di misure preventive; 

- un 23enne padovano, noto per rapina, rissa, danneggiamenti, minacce e furti, e già colpito da altri provvedimenti di prevenzione.

Le dichiarazioni del questore

Il questore Marco Odorisio, nell’illustrare le motivazioni alla base dei provvedimenti adottati, ha sottolineato: «I provvedimenti adottati rispondono alla duplice esigenza di ripristinare, da un lato, la legalità e la fruizione in serenità e sicurezza di tutti quei luoghi frequentati dalle persone come i bar, i locali di intrattenimento e le stesse aree urbane o gli impianti sportivi, prevenendo la possibilità che si verifichino situazioni di esposizione a rischio e criticità, allontanandoli ed interdicendo la fruizione di tali ambienti di socialità in ragione della loro accertata pericolosità, e dall’altro, in quanto misura di prevenzione, cercare di rendere consapevoli i ragazzi della antisocialità e della gravità delle condotte da loro poste in essere, in un’ottica di responsabilizzazione degli stessi».

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