Ballerine filmate in camerino

Scoperto un impianto di videosorveglianza nello spogliatoio del Penthouse. I gestori: «Tutto in regola»
- Da sinistra una delle scene piu' popolari del film di Germi ®Signore & Signori¯ del 1965 e una ballerina di lap dance Le telecamere di Italia Uno sono entrate al ®Millelire¯
- Da sinistra una delle scene piu' popolari del film di Germi ®Signore & Signori¯ del 1965 e una ballerina di lap dance Le telecamere di Italia Uno sono entrate al ®Millelire¯

Telecamere di videosorveglianza negli spogliatoi di un locale lap dance. Tutto si aspettava di trovare la polizia nel corso del controllo all’interno del Club Penthouse di Albignasego, tranne un impianto di videosorveglianza nel camerino in cui si cambiano le ballerine. La Divisione amministrativa della Questura sta valutando l’applicazione di sanzioni in ordine al mancato rispetto delle norme a tutela dei lavoratori sulla sorveglianza remota. La gestione del locale però risponde senza dubbi: «Le telecamere installate sono approvate da un provvedimento del Ministero del Lavoro del 28 ottobre 2010».

La scoperta è stata fatta nel corso di una serata in cui la polizia ha concentrato una serie di controlli interforze. Significa che viene creata una squadra con poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco e vigili urbani. Tutti insieme entrano in un locale e ognuno lo controlla in base alle proprie competenze. Il Club Penthouse di Albignasego non è nuovo a questo genere di controlli. Ciò che stavolta hanno notato gli agenti, questo sì è del tutto inedito. Passi per la mancanza di listino prezzi esterno (516 euro di multa), passi per l’assenza di alcoltest (400 euro di multa) o per la mancata esposizione del cartello con gli orari (516 euro di multa). Passi anche la mancata esposizione della licenza (516 euro di multa). Ma quelle telecamere installate in tutti gli angoli della stanza in cui le giovani ballerine si preparano prima di salire sul palco, quelle non possono passare senza una verifica ulteriore. La materia è complessa perché riguarda la tutela dei lavoratori. Ed è ciò che la Divisione amministrativa diretta dal primo dirigente Andrea Straffelini sta cercando di accertare.

I gestori del Club, che negli anni hanno passato ben altre bufere, stavolta ostentano tranquillità. Snocciolano un numero di protocollo che dovrebbe coincidere con l’autorizzazione ricevuta nientemeno che dal Ministero del Lavoro. «Abbiamo presentato domanda il 30 settembre del 2009 e ci hanno accordato l’autorizzazione il 28 ottobre 2010. Ci hanno messo un anno ma, alla fine, ce l’hanno concessa. Quindi siamo tranquilli. Faremo ricorso anche a tutti gli altri rilievi. Siamo in regola con tutto».

Enrico Ferro

e.ferro@mattinopadova.it

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