Banda di colombiani deruba cinesi facoltosi

Chiesto il processo per furto e ricettazione, ad Albignasego colpo da 7 mila euro Compravano nei loro negozi per scoprire dove abitavano dallo scontrino fiscale 
ALBIGNASEGO. L’avevano pensata bella, scoprire dove abitavano dei cinesi facoltosi (acquistando nei loro negozi e indagando sullo scontrino per capire la residenza), per derubarli. E ci erano pure riusciti con ottimi bottini, prima che l’indagine dei carabinieri, coordinati in origine dalla procura di Vicenza e successivamente dal pubblico ministero Francesco Tonon non li smascherasse con le contestazioni a vario titolo di furto, favoreggiamento e ricettazione. Ora le indagini per la banda composta da sette colombiani che bazzicavano in mezzo Veneto è formalmente chiusa e il magistrato si appresta a chiedere il processo. Il primo colpo è stato contestato il 20 maggio 2016 ad Albignasego. Obiettivo della banda una villetta di via Modigliani, abitata da cinesi, dove i malviventi sono entrati forzando una porta del bagno e sono riusciti a rubare 7 mila euro, oltre a gioielli, orologi, televisori digitali e capi d’abbigliamento firmati. Per questo colpo sono indagati Jefferson Ospina Hurtado, Maria Sanchez, William Ramirez Arevalo, Cesar LimaJimenez, Diego Perez Carrillo e Brandon Linares Paredes. Ad alcuni di questi è contestato anche il furto nella villetta di un cinese in via Monte Cervino a Marcon (Venezia) da dove sono spariti 25 mila euro in contanti e diversi oggetti di lusso e monili. Ad altri tre colombiani è contestato pure il concorso in ricettazione di un iPad Air del valore di 700 euro, contestato a San Donà di Piave (Venezia) e il furto di un mazzo di chiavi rubato da un negozio di Sestriere Castello a Venezia. Da ultima la contestazione solo a Maria Sanchez e Cesar Lima Jimanez di favoreggiamento per aver aiutato Nelson Sierra Hurtado a sottrarsi alle ricerche della polizia dopo un furto, nascondendolo in una abitazione di via Trento e Mejaniga.


Carlo Bellotto


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