Barricato in casa, stanato dopo 36 ore Sollievo dopo il blitz dei carabinieri

SANTA GIUSTINA IN COLLE
Il tempo sospeso, 36 ore di incertezza ed una zona rossa nel centro del paese imposta dalla fragilità di un uomo.
IL BLITZ
Poco dopo le 16 di ieri è finita. Dopo un giorno e mezzo di trattative e di sfinimento, le forze dell’ordine sono riuscite a prendere in consegna il 61enne che da mercoledì mattina si era barricato nella sua abitazione in via Dante a Santa Giustina in Colle. Aveva rifiutato il Tso. I carabinieri lo hanno immobilizzato e sedato. Subito dopo è stato trasferito in ospedale a Padova. Sull’operazione hanno vigilato gli agenti della Federazione del Camposampierese e i pompieri. I militari sono intervenuti con le Api, le Aliquote di primo intervento, dei nuclei specializzati anche nell’antiterrorismo: qualcuno è entrato dalla finestra, altri dalla porta della cucina. Nessuno è rimasto ferito.
UN LUNGO GIORNO
Una strada privata della propria normalità. Una situazione di assedio, ma non per colpire un uomo colpevole di qualche reato. Anzi. I bambini escono con le loro cartelle da scuola, percorrono la pista ciclabile, e scorgono la mobilitazione di mezzi: sembrano scene da action-movie americani, qualcuno immagina che tra poco «arriverà Spider-Man». Un’automobilista si ferma per chiedere indicazioni: «Devo andare a Loreggia a fare il vaccino contro il Covid, che strada devo prendere?». Gli esercizi commerciali sono ovviamente chiusi, non si entra e non si esce: una zona rossa blindatissima. I vicini di casa si affacciano, parlano del 61enne, ne tracciano un profilo: «Era un operaio metalmeccanico, molto bravo ed apprezzato, ora è in pensione. Sicuramente ha gestito tutta questa vicenda in maniera meticolosa. Vuole resistere. Non sta bene». Chi lo conosce lo descrive come «una persona a modo, sicuramente schiva, lo vediamo ogni tanto passeggiare». Via Dante è la strada centrale, una provinciale che collega Santa Giustina in Colle con Villa del Conte. In pochi metri c’è tutta la famiglia: la mamma, quasi novantenne, con una sorella, e poi i fratelli, con i nipoti. Tra i fratelli c’è anche un noto imprenditore della zona, che lavora nel campo della refrigerazione. È stato proprio lui a chiamare il sindaco del paese, Moreno Giacomazzi, affranto per la situazione che si era venuta a determinare.
L’ACCAMPAMENTO
Come in ogni situazione di assedio prolungato, si creano meccanismi di solidarietà. La Protezione civile si è attivata, si occupa di rifocillare le forze dell’ordine. E poi ci sono i curiosi, quelli che arrivano in bici per ricevere un aggiornamento, per vedere con i propri occhi l’evolversi della situazione: «Non è solo curiosità, siamo sinceramente preoccupati». Si guarda l’orologio, si fanno i conti: «Eh, sono tante ore. La luce è staccata, pure il gas, l’importante è che non faccia gesti estremi».
IL SINDACO
«Sono rimasto in costante aggiornamento con il luogotenente dei carabinieri di Camposampiero», il punto del primo cittadino, «la situazione è rimasta stabile per tutta la notte e la mattinata, non ha avuto momenti di cedimento, ma abbiamo capito che ha trascorso la nottata in piedi. Si è accumulata tensione e stanchezza, è importante che nessuno si sia fatto male. In ogni caso sono state messe in campo persone specializzate, tutto è stato fatto al meglio». Il sindaco, come da legge, ha firmato il Tso: «L’ordinanza sindacale è arrivata dopo la comunicazione del Centro di salute mentale di Camposampiero. Negli ultimi due anni non c’erano stati episodi particolari, ma quattro anni fa era stato necessario procedere con un Tso, sicuramente anch’esso movimentato, ma molto meno problematico. Erano intervenuti i pompieri e si era arreso. Successivamente non ci sono stati scompensi preoccupanti». Per 36 ore, come un mantra, Giacomazzi ha ribadito un concetto: ci vuole «rispetto». Rispetto perché «è una situazione rocambolesca, ma c’è una persona che non sta bene e una famiglia che deve affrontare le conseguenze di questa fragilità. È qualcosa di inaspettato, complesso, che poteva risolversi in poco tempo, ma non è andata così. Ha spiazzato anche gli operatori sanitari». Si vive l’imbarazzo, la frustrazione. Ci si sente in scacco. Ma sono necessari nervi saldi, intelligenza, delicatezza: «A prescindere dai geni che scrivono su Facebook». Concetti ribaditi anche da Ornella De Santi, assessore alle politiche sociali: «Si tratta di una persona fragile, bisogna avere un po’ di sensibilità, è una famiglia con una storia e nessuno si sarebbe aspettato una cosa del genere».
I DISAGI
Ieri mattina si sono create delle code all’ingresso della scuola, in centro al paese, i mezzi dei genitori sono stati costretti a deviare utilizzando una viabilità alternativa. Qualcuno si è lamentato, ha protestato. «La strada è stata bloccata», ribadisce il sindaco, «ma siamo riusciti a creare una deviazione per non creare disagi sfruttando via don Bosco. Detto questo, è necessario che si capisca che la situazione era drammatica, una emergenza delicata e complicata. Quindi bisogna avere un po’di sensibilità ed imparare a portare un po’ di pazienza. È necessario capire. Io ringrazio la polizia locale ed il comandante Antonio Paolocci, gli agenti hanno organizzato bene la viabilità, ma chiaramente sono in servizio in tutti i Comuni del camposampierese, non potevano certo venire tutti qua». —
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