Bergonzi, «Una vita nella musica»
Al grande tenore ottantaseienne il premio dell'Associazione Artur Rubinstein

Il tenore Carlo Bergonzi premiato alla Fenice
VENEZIA.
Sarà il grande tenore Carlo Bergonzi a ricevere, sabato 11 dicembre, alla Fenice, il premio «Una vita nella musica», organizzato dall'Associazione Artur Rubinstein e giunto quest'anno alla sua 31ª edizione. Un riconoscimento prestigioso, il massimo per la critica internazionale. L'equivalente di un Nobel della musica, che arriva a coronamento di quello che per Bergonzi è stato un anno importante, visto che già ad agosto gli è stato consegnato all'Arena di Verona l'Oscar della Lirica. Riconosciuto a livello mondiale come uno dei maggiori cantanti lirici di tutti i tempi e interprete di assoluto riferimento delle opere di Verdi, il tenore ottantaseienne sarà al teatro La Fenice la sera di sabato 11 dicembre per il grande concerto che si terrà in suo onore. «Nel caso di Bergonzi si può davvero parlare di una vita nella musica - ha detto ieri Fortunato Ortombina, direttore artistico del Teatro La Fenice, durante la conferenza stampa di presentazione del premio tenutasi alla Fenice - perché è veramente un cantante che si è guadagnato tutto, che ha studiato tantissimo ed ha avuto l'intuizione di capire la propria voce». Sul palcoscenico saranno presenti i soprani Désirée Rancatore e Felicia Bongiovanni, il tenore Gaetano Motta, il baritono Giuseppe Altomare e il basso Michele Pertusi, mentre al pianoforte ci saranno Mattia Ometto e Richard Baker. Tra un'esibizione e l'altra verranno riproposte alcune straordinarie interpretazioni di Bergonzi, sia audio che video, in registrazioni rare o inedite. Nato nel 1924 a Vidalenzo di Polesine Parmense, Bergonzi ha compiuto una carriera lunga e gloriosa che l'ha portato ad esibirsi nei più grandi teatri del mondo, dalla Scala di Milano al Metropolitan di New York, dall'Opera di Vienna al Covent Garden di Londra. In oltre sessant'anni ha avuto l'occasione di lavorare accanto ad alcuni fra i più grandi artisti del secolo scorso, come Maria Callas e Renata Tebaldi, nonché sotto la direzione di maestri come Tullio Serafin, Antonino Votto ed Herbert von Karajan. «Si tratta di una carriera straordinariamente fertile - ha spiegato Bruno Tosi, presidente dell'Associazione Artur Rubinstein - vissuta con un'integrità e una coerenza ammirevoli. Nessun tenore ha saputo pareggiare la sua acutezza stilistica». Sostenuto dal Casinò di Venezia, oltre che da Comune, Provincia e Regione, il premio Artur Rubinstein è stato consegnato nelle precedenti edizioni ad artisti quali Andrés Segovia, Karl Bohm, Carlo Maria Giulini, Mstislav Rostropovic, Maurizio Pollini, Isaac Stern, Leonard Bernstein, Ruggero Raimondi, Carla Fracci, Salvatore Accardo e Claudio Abbado. «L'idea che un grande tenore verdiano ascenda a questo titolo proprio alla vigilia del 1500 anniversario dell'Unità d'Italia - ha commentato Vittorio Ravà, direttore generale e amministratore delegato del Casinò - è un messaggio importante e significativo». E da Milano infine arriva una lettera dello stesso Bergonzi: «Sono felice e onorato di ricevere il premio che riconosce una carriera che ha superato i 50 anni e ringrazio per questo l'Associazione Rubinstein che ha voluto volutoconcedermi questo riconoscimento dopo Zubin Mehta e Daniel Barenboim.
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