Beve l’acqua minerale e le brucia la gola

ABANO TERME. Beve un sorso di acqua minerale e sente subito un forte bruciore alla gola. Una corsa prima alla Casa di Cura aponense e poi al pronto soccorso dell’ospedale di Padova. Un balzo nel passato riporta alla memoria l’incubo Acquabomber, ormai passato da anni. Giovedì pomeriggio, verso le 18,30, la sessantunenne Silvana Spaziani era tranquillamente seduta a tavola nella sua abitazione di via Longhena 1, un condominio tranquillo che si affaccia verso via Diaz. La donna, che abita assieme al marito, titolare di un bar in via Marsala nella città del Santo, aveva acquistato una decina di giorni fa in un discount di Padova, una bottiglietta da mezzo litro di acqua minerale Guizza. Dopo aver bevuto qualche sorso, la signora si è sentita bruciare la gola e ha temuto il peggio.
Non è ancora sopito del tutto il ricordo degli attentati compiuti immettendo della varechina o altri liquidi caustici nelle bottigliette dell’acqua, e guarda caso, anche nel 2003, era capitato un caso analogo con la stessa marca. I sanitari del pronto soccorso hanno riscontrato alla Spaziani leggere ustioni al cavo orale e alla gola, ma considerata la lieve entità delle lesioni la hanno dimessa in serata. Ieri la donna si è recata nella caserma dei carabinieri di Abano per presentare la denuncia. La bottiglietta è stata posta sotto sequestro e inviata ai laboratori dell’Arpav per le analisi, mentre sul caso stanno indagando i militari del Nas, che si sono recatim anche al discount, pur essendo passati ormai parecchi giorni dall’acquisto. L’ipotesi avanzata sarebbe quella di un possibile mancato lavaggio della bottiglia nella catena di produzione dell’acqua, provocando un anomalo deposito del prodotto per la pulizia. Ad escludere comunque l’ipotesi di emulazione del famigerato Acquabomber la mancanza di forellini sul collo o sul tappo della bottiglia, che a un attento esame risultano essere integri. Quello che rende più difficoltose le indagini è il fatto che la signora avrebbe acquistato solamente una bottiglietta da mezzo litro e non una confezione intera. Non essendo stati rilevati casi analoghi, almeno per il momento, si limita di molto la probabilità di riuscire a trovare la stessa partita di prodotto sugli scaffali del supermercato. In questi casi, infatti, conta molto rintracciare il numero di codice del lotto di appartenenza della bottiglia per confrontarla con le altre contenute nella confezione incellophanata.
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