La Bibbia istoriata torna a Padova dopo 500 anni
Il 16 ottobre, per la prima volta dopo secoli, i due volumi della Bibbia Istoriata Padovana, capolavoro miniato del 1390, saranno riuniti nel Salone dei Vescovi di Padova. La mostra, promossa dalla Fondazione Cariparo e dalla Diocesi di Padova, permetterà di ammirare insieme oltre 800 illustrazioni a tempera

Almeno cinquecento anni sono trascorsi da quando i due volumi della Bibbia Istoriata Padovana - manoscritto miniato realizzato intorno al 1390 alla Corte dei da Carrara a Padova - sono stati “visti” insieme per l’ultima volta, a Venezia, in mano a un mercante, o forse un collezionista.
Da allora i due volumi di questo capolavoro di Bibbia illustrata, precursore dei moderni fumetti, hanno preso strade misteriose e divergenti. Ma la loro storia è cambiata a metà del XIX secolo, quando entrambi sono tornati in mano pubblica. Nel 1835 la ricca famiglia dei Silvestri di Rovigo donava infatti il suo patrimonio librario di 40 mila volumi “a onor del pubblico bene”, dunque alla collettività.
La storia
E pochi anni dopo, nel 1844, l’altro volume, finito chissà come Oltre Manica, negli scaffali della biblioteca del duca di Sussex, veniva acquisito all’asta dalla British Library di Londra, dove si trova ancora oggi, protetto e climatizzato per preservarne le incantevoli raffigurazioni.
I due volumi si sono sfiorati in Veneto nel 1999, quando sono stati esposti in sedi diverse, tra Padova e Rovigo, nell’ambito della stessa mostra, “Parole Dipinte”. È stata, quella, una sorta di promessa di appuntamento destinata a compiersi il 16 ottobre, quando la Bibbia Padovana si ricomporrà nel Salone dei Vescovi, al piano monumentale del palazzo vescovile di Padova, in occasione di una nuova mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo - artefice dell’operazione - in collaborazione con la Diocesi di Padova, l’Accademia dei Concordi (che custodisce il volume a Rovigo) e la stessa British Library, che ha autorizzato il prestito dell’altro volume. Sarà - assicurano gli studiosi - un’occasione eccezionale, praticamente unica, per ammirare di nuovo insieme i due volumi: quello conservato a Rovigo, 45 carte e 344 illustrazioni, e quello che arriva da Londra, 86 fogli e 529 illustrazioni.
Le pergamene
Il primo contiene e racconta, come se fosse un graphic novel (frequente il rinvio scritto “Como qui si è depento”, una sorta di didascalia), la Genesi e la storia di Ruth, dunque l’inizio e la fine; il secondo contiene tutta la parte centrale del Pentateuco, dunque Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. La parte rodigina è più bella, riconoscono tutti, per le miniature più curate e l’uso dell’oro nelle stesse; la parte londinese è meglio conservata, anche se una maldestra profilatura dei fogli si è portata via i numeri delle pagine e le note.

Ma è insieme che queste pergamene colorate a tempera si completano, benché manchi - e si crede che esista - il libro dei Giudici, che esaurirebbe l’Ottateuco. Quanto al Nuovo Testamento, nessuno sa se esistono volumi che lo illustrano e anche questo è uno degli aspetti misteriosi e affascinanti di questa storia. Più indizi fanno ipotizzare che alla corte dei da Carrara, dove la cultura era esibizione di potere, fosse stato coltivato il proposito di illustrare l’intera Bibbia. Ma non ci sono prove che il progetto sia andato in porto.
A Londra una delegazione padovana composta dal presidente della Fondazione Cariparo, Gilberto Muraro, e dal segretario generale Roberto Saro, insieme al vicario episcopale per i Beni temporali, don Lorenzo Celi, alla professoressa Federica Toniolo, docente di storia dell’Arte medievale e Storia della Miniatura all’Università di Padova, alla curatrice della mostra Alessia Vedova e a Matteo Crosera, di Arcadia Arte che organizzerà la mostra, hanno incontrato le “custodi” del volume conservato alla British Library, Andrea Clarke (lead curator Medieval and Early Modern Manuscripts) ed Elena Lichmanova (curator of Illuminated Manuscripts). Sul tavolo, fra loro, il prezioso volume, con lo stemma dei Sussex nel risvolto di copertina.
La delegazione padovana a Londra
Emozione generale, ringraziamenti reciproci ma giù le mani: la Bibbia Istoriata è rimasta aperta ma nessuno ha potuto sfogliarla, perché è delicata e preziosa. La si può ammirare in versione virtuale, per immagini. Ma una pagina aperta è sufficiente per scoprire un altro dei grandi motivi di fascino di questi volumi: sono infatti scritti in volgare, con inflessioni venete, cosa rara anche per quei tempi, quando latino e francese erano assai più diffusi.

E non si può fare a meno di notare come le illustrazioni richiamino i dipinti di Giusto de’ Menabuoi nel Battistero di Padova e, più in generale, quegli affreschi trecenteschi per i quali Padova Urbs Picta ha ottenuto il riconoscimento Unesco. Dunque la mostra di ottobre si pone come una sorta di prosecuzione dei cicli di affreschi del duomo. E in più proporrà un percorso introduttivo, con una sala immersiva che consentirà di calarsi nell’ambiente storico e artistico della Padova del Trecento, per capire in quale clima maturò l’impresa.
«La storia di questi libri è bellissima», ha detto con entusiasmo genuino il presidente Muraro. «Ed è molto bello anche il fatto che intorno a essi stia nascendo questa nuova forma di collaborazione, con tanti soggetti coinvolti. È proprio nello stile della nostra Fondazione, questo cercare alleanze. Faremo una grande mostra che si inserisce perfettamente nel filone di Urbs Picta». Contagioso l’entusiasmo della professoressa Federica Toniolo, che su questi volumi ha studiato - anche a Londra - e ne conosce ogni dettaglio: «Non solo la pittura monumentale, ma anche quella dei libri è stata importante per la Padova di fine Trecento», ha sottolineato. Anche don Lorenzo Celi si è lasciato sedurre dal fascino del luogo: «Siamo in un santuario della cultura e ci prepariamo a riunire i due volumi in un altro posto bellissimo, il Salone dei Vescovi che è fantastico ed è il posto migliore per offrire a Padova, ma più in generale a tutti quelli che vorranno, l’occasione di contemplare queste due opere finalmente riunite». —
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