Biblioteca e centro anziani nuovo polo per l’Arcella

Inaugurate le due strutture: servizi, libri, emeroteca, mediateca e angolo bimbi Benciolini e Colasio: «Simbolo di una città che unisce, cultura per le periferie»
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INAUGURAZIONE BIBLIOTECA E CENTRO ANZIANI ALL'ARCELLA
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INAUGURAZIONE BIBLIOTECA E CENTRO ANZIANI ALL'ARCELLA
ARCELLA. Anni di passione e battaglie che finalmente hanno restituito all’Arcella due nuovi edifici (450 metri quadrati complessivi) che ospiteranno il centro socioculturale Età d’Oro e la nuova sede della biblioteca del quartiere Arcella-San Carlo. Uno di fronte all’altro, due mondi capaci di dialogare con grande tenerezza, su un’area di proprietà del Comune, vicina alla fermata del tram. Costo 721 mila euro, ai quali bisogna sommare 190 mila euro di lavori per il rifacimento della piastra sportiva polivalente (a due passi dai nuovi servizi), la nuova illuminazione e una nuova area gioco.


A progetto concluso in via Jacopo da Ponte il quartiere vanterà un vero e proprio polo di attrazione intergenerazionale che assicurerà una perfetta sinergia tra cultura, sport e attività sociali. Il centro socio-culturale per i nonni (gli iscritti all’Età dell’Oro sono 350) ha a sua disposizione una grande sala da 153 metri quadrati che potrà anche essere separata da una parete mobile per un totale di 225 metri quadrati. La biblioteca, invece, è grande 230 mq, con emeroteca, mediateca e angolo bambini. È aperta da lunedì a giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 14. 30 alle 17. 30; venerdì e sabato dalle 9 alle 13.


Ieri pomeriggio, all’inaugurazione, erano presenti gli assessori comunali Francesca Benciolini (partecipazione) e Andrea Colasio (cultura); inoltre il presidente del centro anziani Ivone Sandini e la “pasionaria” presidente del Comitato biblioteca Wally Cristoferi Canton che ha atteso e combattuto per la biblioteca per ben 22 anni.


«È una struttura lungamente desiderata – ha ricordato la Benciolini – che oggi rappresenta un simbolo di unione della città, capace di mettere insieme tanti poli in un’ottica di policentrismo: un pezzetto di cultura, una bella fetta di persone, spazi per servizi». Sulla stessa linea d’onda anche Colasio: «Padova è una grande città europea che merita grandezza e per questo non può avere periferie senza cultura – ha scandito – La cultura è nei luoghi e non si esporta. Vogliamo quartieri belli e non periferie degradate. Qui ci sarà l’età dell’oro e qui ci saranno i bambini per i quali è stato realizzato l’angolo morbido: qui ci saranno mondi che dialogheranno. Con una cornice di 17 mila volumi, 13 mila presenze e 15 mila prestiti nel 2016».


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