Arcella, petizione al Presidente Mattarella contro lo “stigma della zona rossa”
Residenti e commercianti dell'Arcella, storico quartiere di Padova, lanciano una petizione al presidente Mattarella per chiedere lo stop alla classificazione come "zona rossa". «Non siamo un quartiere pericoloso, ma un esempio di integrazione e comunità»

Una petizione al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché «salvi il nostro grande quartiere, l’Arcella, dallo stigma della zona rossa». Un grido dall’allarme dal basso. Commercianti e cittadini in rivolta, il gesto estremo. Un appello al capo dello Stato, al garante della Costituzione. «Sergio, ci rivolgiamo a lei con fiducia, faccia qualcosa».
L’appello
Offesi e turbati dai giochi politici padovani commercianti e residenti dell’Arcella si stanno mobilitando per raccogliere più firme possibili. L’idea è di chi nel rione ci è nato e cresciuto, Giuliano Biasio, 52 anni, titolare del barbiere Ruvido, un punto di riferimento per molti. «Voglio che il Presidente sappia che siamo un esempio di pace e integrazione – dice –. Che non ci meritiamo un’etichetta del genere. Negli anni abbiamo lavorato per dare una nuova luce e un nuovo sapore al quartiere. Crediamo nel lavoro delle forze dell’ordine. Hanno sempre fatto un lavoro impeccabile, già prima della zona rossa, la sicurezza però si può garantire in altri modi. Non con un cartello».
Oltre il conflitto politico quindi, la petizione vola sopra la testa del questore Odorisio e del prefetto Forlenza che da lunedì vuole la nuova area perimetrata con controlli straordinari fino a settembre. «Il nostro quartiere è popoloso, popolare e multi etnico – si legge nella petizione –. Abitano circa 40.000 persone, una città nella città di Padova, e non ci sono centri commerciali, ci sono, ovviamente, i supermercati, ma ci sono ancora le botteghe, i panettieri, i macellai, i fruttivendoli, i barbieri e le parrucchiere; c’è il cinema, il teatro, la libreria, la biblioteca e il negozio di dischi. Ci sono i ristoranti etnici, le trattorie e le pizzerie. Tra i nostri bambini e tra i nostri ragazzi non ci sono stranieri, ma compagni di scuola e di gioco».
Il nodo Arcella
Sull’Arcella è stata appiccicata una “lettera scarlatta” (così marchiavano le prostitute obbligate a portare l’emblema del loro mestiere), l’arbitrio sta lì, la stazione andava bene perché non è un quartiere e perché, si sa, è la più esposta al crimine. Etichettare un rione è un’altra faccenda. «L’Arcella è diventata il campo di battaglia della politica – afferma Biasio –. Non siamo carne da macello elettorale». Ecco la scelta di rivolgersi a Mattarella. «Ci permettiamo di scrivere a Lei come cittadini al nostro Presidente perché siamo stati offesi e turbati nel nostro intimo da giochi politici che non ci appartengono - sottolinea la petizione -. L’Arcella dovrebbe essere un esempio di capacità, comprensione, solidarietà e pace e invece da lunedì 19 maggio sarà stigmatizzato come quartiere pericoloso con la dicitura “zona rossa” per una decisione del Prefetto presa contro il parere del Sindaco, non ce lo meritiamo e non lo possiamo accettare per l’amore che dobbiamo al posto in cui viviamo con le nostre famiglie».
Decine di associazioni, parrocchie e scuole e centinaia di cittadini ogni giorno si occupano di rendere «questo nostro quartiere un luogo di socialità, benessere e sicurezza; c’è attenzione e cura, si costruiscono ponti, ci si confronta e si trovano soluzioni».
I commercianti
Commercianti e residenti dell’Arcella ringraziano polizia, carabinieri e vigili. «Noi siamo grati alle forze dell’ordine e pensiamo che nemmeno loro debbano essere messi all’indice attraverso una narrazione che li segna di inadeguatezza o, peggio, di scarsa capacità di mantenere la normale sicurezza di strade e luoghi del quartiere con gli strumenti ordinari» continua la petizione.
La nuova ordinanza di Forlenza è giunta come un fulmine a ciel sereno. «Quanto è stato deciso è sproporzionato, è contro il principio di buon senso e di gradualità, è una extrema ratio di cui non si ravvisava nessuna urgenza. Noi siamo sempre per i controlli e la legalità, ben vengano, ma gli strumenti a disposizione potevano essere molti e diversi e non meritiamo decisioni estreme e imposte che danneggiano l’immagine di tutta la nostra comunità. Per tutti questi motivi La preghiamo di aiutarci, salvi l’Arcella e i suoi cittadini dallo stigma della “zona rossa”».
Il Presidente lunedì sarà a Venezia. Vuoi mai che, appresa la notizia, decida di fare un giro a Padova.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova