Bidelli, segretari e amministrativi: le scuole di Padova a corto di personale

PADOVA. Mancano nel Padovano 249 bidelli, 58 segretari (quelli che oggi si chiamano Dsga), 75 assistenti amministrativi e 41 assistenti tecnici. In tutto 423 lavoratori che fanno parte del cosiddetto personale Ata. Mancano appena due mesi al 14 settembre, giorno in cui dovrebbe cominciare l’anno scolastico 2020-2021 e a tutt’oggi i sindacati sono fortemente preoccupati della regolarità dell’avvio delle lezioni. I dati sono reali e sono stati aggiornati solo pochi giorni fa, dopo la pubblicazione dei trasferimenti interprovinciali. Il ruolo dei collaboratori nelle scuole pubbliche è fondamentale.
Sono loro che devono aprire e chiudere i cancelli e devono accogliere i bambini e i ragazzi, dalle materne statali fino agli istituti superiori, nonché provvedere alle pulizie generali di tutti gli spazi della scuola, bagni compresi. In pratica senza la presenza dei bidelli e dell’altro personale Ata, la scuola non può funzionare. «Sono mesi che stiamo incalzando la ministra Lucia Azzolina a fornirci la garanzia dell’assunzione del personale Ata», spiega Giovanni Vascon, segretario provinciale della Cisl di categoria, «A settembre la presenza dei collaboratori sarà ancora più importante perché gli spazi indispensabili in tempi di coronavirus saranno più ampi rispetto a quelli attuali e, molto probabilmente, dovranno provvedere anche all’entrata ed all’uscita diluita nel tempo degli studenti.
Dobbiamo ricordare il superlavoro dei collaboratori laddove ci saranno i doppi turni. E non è finita perché, in base ai criteri emanati dal governo, sempre i bidelli dovranno igienizzare più volte le aule ed i bagni più volte al giorno». Per il resto Vascon fa presente anche la fatica che i segretari dovranno sostenere nella programmazione, sia tecnica che amministrativa, in tutte le scuole. «In provincia di Padova mancano 58 Dgsa su 108 scuole. In pratica un segretario su due. Dove mancano saranno sostituiti dagli assistenti amministrativi».
C’è un altro problema che, pochi giorni fa, è stato sollevato dall’assessora comunale all’istruzione. «Sono convinta che dal sud non arriveranno più tanti collaboratori, come invece è avvenuto negli anni passati», osserva Cristina Piva, «Sia perché il loro stipendio è rimasto abbastanza basso e sia perché, giustamente, hanno il timore che il virus riprenda la sua corsa in autunno specialmente nelle regioni del nord. La crisi dei collaboratori rischia di farsi sentire in modo particolare nelle scuole materne statali della città. Ad esempio alla Quadrifoglio, Joan Mirò, Pierina Boranga ed alla Bertacchi, scuole dove le assunzioni vengono effettuate dal Miur e non dal Comune».
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