Bidoni in strada o nuove isole i condomìni sono in alto mare

Manca un mese e mezzo alla novità che rivoluzionerà le abitudini di oltre diecimila abitanti della zona ovest. La differenziata porta a porta, indubbio segnale di coscienza civica, scuote però non poco gli animi dei residenti che la attendono con l’angoscia riservata alle innovazioni non del tutto comprese. Che l’atto del differenziare i rifiuti a domicilio non sia argomento molto familiare lo si è visto alla seconda delle assemblee pubbliche.
L’ASSEMBLEA
Mercoledì sera scorso la sala Cardinal Callegari era gremita. Buon segno per l’assessore al verde Chiara Gallani, che vi ha letto il segnale di un forte interessamento al tema. L’atmosfera è stata però scaldata da una sequela di domande. Preoccupazione principale: dove esporre i tanto temuti bidoni in una zona dove le strade sono strette e il parcheggio selvaggio una consolidata abitudine. I rappresentanti di AcegasAps hanno illustrato le modalità con cui il porta a porta verrà introdotto dal 1 giugno. Cinque diversi bidoni (umido, secco, carta, plastica, vetro) per ciascuna utenza (5. 600 in totale), contenitori cumulativi per i condomini. Secondo calendario, di giorno in giorno ciascuno deve esporre un determinato bidone che verrà svuotato dagli addetti prima di essere recuperato, il prima possibile, dal proprietario. Per i primi sei mesi niente sanzioni, come pure niente detrazioni in bolletta, perché prima che il virtuosismo ripaghi ci vorranno anni. L’informazione è capillare, ma i dubbi sono tanti.
GLI SPAZI
Per i problemi di spazio l’azienda offre sopralluoghi gratuiti, e se per le utenze private ciascuno è libero di gestirsi, il vero pomo della discordia sono i condomini. La scelta è duplice: o si sceglie un incaricato che ogni giorno esponga e ritiri i bidoni condominiali dalla strada, oppure va realizzata un’isola ecologica accessibile agli operatori. Isola che naturalmente occupa le pertinenze private e prevede lavori e investimenti da parte dei proprietari. Quale scegliere? Dipende da caso a caso, ma ad aumentare le perplessità è la figura che dovrebbe mettere tutti d’accordo e decidere come procedere: l’amministratore. AcegasAps assicura di averli contattati tutti entro febbraio, a oggi pare però che ben pochi si siano fatti vivi con i condomini. Tra assemblee mai fissate e il timore di veder trasformato il quartiere in un arcipelago di isole ecologiche, la rivoluzione preoccupa.
I NUMERI
Le percentuali di rifiuti riciclati e avviati al riuso a Padova sono confortanti con un 95% totale: «Dobbiamo migliorare in quantità e qualità» sottolinea Gallani. Già 105mila cittadini beneficiano del servizio, più della metà del totale. Ora tocca a Porta Trento Sud e San Giuseppe, con 10. 300 in più. Restano solo sei settimane per adeguarsi. —
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