Biennale, Ca’ Foscari si fa in quattro

Dalle rovine dell’impero sovietico ai girasoli danzanti, l’università sposa l’arte
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VENEZIA. Dalle rovine dell’impero sovietico ai girasoli danzanti (ed eco-sostenibili), dai paesaggi interattivi alle contaminazioni inedite tra arte e tecnologia: Ca’ Foscari partecipa in forze alla Biennale d’Arte, sposando la sua vocazione internazionale con il carattere globale dell’esposizione e presentando ben quattro mostre che nei primi giorni del mese prenderanno il via tanto negli spazi dell’ateneo quanto in location alternative individuate dall’università. Si comincia il 7 maggio, con un evento collaterale organizzato, per la prima volta, interamente da Ca’ Foscari: il Centro studi sulle arti della Russia presenterà “La collezione di un archeologo”, eccezionale raccolta di sculture in bronzo del periodo sovietico, ad opera di Grisha Bruskin, poliedrico artista molto legato a Venezia e che potrà contare sul palcoscenico eccezionale dell’ex chiesa di Santa Caterina, a Cannaregio, mai prima d’ora aperta a simili manifestazioni; Bruskin sarà presente anche negli spazi della fondazione Querini Stampalia con “Alefbet”, mostra che riflette sulle iconografie che accompagnano ogni ideologia e tenta di colmare il vuoto presente nella cultura ebraica (a cui lo stesso Bruskin ha scoperto di appartenere dopo il crollo dell’Urss), ideando una sorta di alfabeto simbolico per una religione tradizionalmente poco “visiva”. “Alefbet” è già aperta al pubblico, ma una nuova inaugurazione avrà luogo il 5 maggio. Restando nel cerchio d’influenza russo, il 7 la Cultural Flow Zone delle Zattere vedrà l’apertura di “On my way”, un percorso che parte dalla Leningrado degli anni '70 e arriva alla New York dei giorni nostri, mettendo in scena le idee degli artisti sovietici in undici opere, in un mix di tradizione e modernità, con creazioni multimediali affiancate a dipinti su tela; sotto l’ala della curatrice Anna Frants arriveranno le firme di Alexandr Arefiev, Rodion Gudzenko, Valentin Gromov, Rikhard Vasmi e Sholom Shvartz. Saranno poi gli stessi spazi espositivi di Ca’ Foscari a ospitare, dall’8, la “Collezione di paesaggi” di Byoung-Choon Park, giovane talento della Corea del Sud in un percorso dominato da una grande installazione percorribile, con oltre 130 grandi fogli di carta e motivi paesaggistici appesi a ganci da macello su tubi d’acciaio. Sempre nel cortile dell’università, troveranno spazio i “Dancing Solar Flowers” di Alexandre Dang, artista, ingegnere e ambientalista francese che ha realizzato un’enorme aiuola con 400 fiori a celle fotovoltaiche che dondoleranno da mattina a sera, animati solamente dall’energia del sole, per ricordare l’importanza della sostenibilità.

Giacomo Costa

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