Biometano prodotto da Sesa in vendita nella rete Snam

Il rifiuto umido trattato nell’impianto genera 11 milioni di chili di gas all’anno Servono a riscaldare l’azienda e ad alimentare i veicoli, e ne rimangono ancora





Anno 1985, film “Ritorno al futuro”, scena finale: Doc e Marty McFly sono pronti a viaggiare sulla mitica DeLorean ma prima fanno il pieno all’auto con bucce di banana e altri rifiuti presi da un bidone della spazzatura. Oggi le auto non viaggiano nel tempo ma effettivamente i rifiuti li utilizzano: lo sa bene Sesa, che ha fatto del biometano generato dall’umido uno dei prodotti di riciclo più redditizi e che è pronta a immettere nel mercato questo combustibile “verde”. Passaggio fondamentale, in questa direzione, è stato il via libera del consiglio comunale di Este che martedì scorso ha approvato il collegamento tra la rete di biometano Sesa e il metanodotto Snam.



Verrà realizzata una condotta di 260 metri, per un diametro di 100 millimetri, dagli impianti di via Comuna fino al punto Snam di via Monache. Una volta immesso nel metanodotto regionale, il biometano potrà essere erogato anche ai privati, che potranno acquistarlo nelle stazioni di servizio rifornite da Snam o, in futuro, nell’impianto di distribuzione che Sesa vuole costruire a Este.



Il biometano di Sesa è ricavato dagli scarti di cucina e dagli sfalci raccolti nel territorio (il 15% arriva da fuori regione). Attraverso un biodigestore che funziona da grande “stomaco” viene estratto e raccolto il biogas prodotto dal rifiuto umido. Il biogas oggi è utilizzato principalmente per produrre energia elettrica (che Sesa utilizza per il 25% per i propri impianti e che per il resto vende al mercato nazionale) e termica (quella che serve per il teleriscaldamento).



Il biogas è composto principalmente da metano e anidride carbonica. Estrarre metano e immetterlo nel mercato è più redditizio che utilizzare il biogas per produrre e vendere energia elettrica. D’estate poi il consumo di energia elettrica e termica cala notevolmente e dunque è possibile avere un surplus di biogas prodotto. Per questo Sesa ha indirizzato gran parte dei suoi sforzi economici (l’ultimo bilancio parlava di investimenti generali per 20 milioni di euro) verso questo settore. Oggi Sesa produce 2 mila metri cubi di metano all’ora, cioè 16 milioni all’anno, pari a 11 milioni di chili, utilizzando 400 mila tonnellate di rifiuto. Cosa ne fa del metano ricavato? Alimenta ad esempio i cento mezzi (camion per la raccolta, auto aziendali, spazzatrici) della sua flotta: nel 2018 la società ha calcolato di aver risparmiato 3 milioni di litri di carburante fossile. Nel 2019 i mezzi che funzionano a biometano diventeranno duecento, calcolando che in questi mesi Sesa ha messo le mani anche sull’attività e sui mezzi di De Vizia. Da 70 chili di umido vengono ricavati 9 metri cubi di biogas o 4 chili di biometano, capaci di far viaggiare un’auto per 100 chilometri.



Il collegamento a Snam permetterà a Sesa di vendere il biometano a un mercato più ampio. Le stazioni di servizio del territorio potranno comprare da Snam il metano prodotto da Sesa. Che, entro il 2020, vuole avviare un distributore a marchio Sesa a Este con prezzi vantaggiosi per i cittadini atestini. Si parla di un anno di rifornimento gratuito come incentivo per passare da gasolio o benzina al metano.

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