Blitz del Gramigna, passa la linea dura: «Ex Vescovi è privato, lo sgombereremo»

PADOVA. «Uno a uno e palla al centro». Renato Franceschelli, prefetto di Padova, ha la battuta pronta. Con un blitz a sorpresa il collettivo politico Gramigna si è appena preso l’ex Caffè Vescovi fra via Vicenza e via Volturno. «Gli avevamo sgomberato la mensa Marzolo e ora loro si sono presi un altro spazio. Siamo pari», dice Franceschelli. Fin qui si scherza, più o meno. Ma la faccenda è seria: l’edificio è privato, ha un alto valore simbolico (il quartiere che da operaio si trasforma in residenziale di pregio, la vicinanza al centro) e anche il momento non può essere considerato casuale.
Le denunce. Il fatto che si tratti di un edificio privato potrebbe suggerire il finale della storia. E far pensare che non sarà un’occupazione lunga. «Credo che i proprietari faranno denuncia molto presto», ragiona il prefetto. «A quel punto faremo le nostre valutazioni e agiremo di conseguenza. Non c’è nessun’altra possibilità. Le occupazioni non sono diventate lecite. C’è un reato, una parte dei responsabili è già stata individuata e la loro denuncia è conseguente. Così come conseguente sarà l’azione di sgombero».
Il significato politico. Franceschelli non è sorpreso né dalle modalità dell’azione, né dal momento. «È chiaro che c’è un significato politico in questo blitz, d’altra parte è stato fatto nello stesso giorno in cui a Venezia è andata in scena un’altra manifestazione. Ma non spetta a me dare interpretazioni, noi agiamo a tutela della legge. E con la stessa determinazione con cui loro hanno occupato, noi sgombereremo. Non sono possibili tentennamenti. D’altra parte se io vengo a casa sua e occupo uno spazio, lei ha tutto il diritto di pretendere che quello spazio le sia restituito. La procedura è chiara».
Lo sgombero. Fa intuire, il prefetto, che difficilmente il collettivo politico appena ricostituito avrà il tempo di mettere radici nella sua nuova sede. I militanti stanno facendo grandi pulizie nello stabilimento abbandonato e sono chiare le intenzioni di dare corso ad una lunga occupazione. «Ma si tratta di una proprietà privata e questo fa la differenza», prosegue il prefetto. «Nei casi di occupazione di proprietà pubbliche qualche volta c’è tolleranza, i tempi si allungano, subentrano alcune valutazioni. In questo caso non può succedere. Nel momento in cui riceveremo la denuncia della proprietà, dovremo dare corso allo sgombero. E nessuno al momento mi ha rappresentato alcun motivo per cui io debba comportarmi in modo diverso».
Chiacchiere. Con tempismo pari a quello dei militanti del collettivo politico, in città si sono scatenati i commentatori. Così il blitz è stato messo in relazione al ritorno della sinistra al governo e a un presunto clima favorevole a certi ritorni sulla scena. Per il prefetto si tratta semplicemente di «chiacchiere da bar». Lapidario il commento: «Non credo che possa esserci un qualche fondamento a queste interpretazioni. Non le ritengo meritevoli di nessuna considerazione».
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