Blitz della polizia nel campo nomadi di via Longhin

Attività mirata a verificare la regolarità dei dati anagrafici. Non ci sono stati incidenti. Progetti per migliorare l’area

Edoardo Fioretto
La polizia locale nel campo nomadi di via Longhin a Padova
La polizia locale nel campo nomadi di via Longhin a Padova

Il silenzio del mattino è stato interrotto dal rumore degli agenti che entravano nel campo. Nessuna sirena, nessun clamore. Solo il passo deciso degli agenti della Polizia locale, arrivati in via Longhin a Padova per un controllo ordinario. Verifiche sulla regolarità anagrafica e residenziale degli occupanti, condotte senza tensioni né incidenti.  

 Il blitz all’ora di pranzo

Un’operazione silenziosa quella andata in scena martedì 28 ottobre all’ora di pranzo, ma altrettanto significativa, in un’area che da anni riflette le contraddizioni della città.

Via Longhin è un lembo di zona industriale dove si incrociano capannoni, uffici e roulotte.

Qui, da oltre vent’anni, vivono decine di famiglie rom. Il primo insediamento è nato alla fine degli anni Novanta per accogliere nuclei in fuga dai conflitti nell’ex Jugoslavia. Poi, nel tempo, si sono aggiunte altre famiglie, trasferite da diversi siti cittadini. È oggi uno dei principali campi autorizzati della città, una presenza consolidata ma non sempre compresa dal contesto che la circonda.

L’intenzione del Comune

L’amministrazione comunale recentemente aveva confermato che l’area resterà destinata ai nuclei nomadi residenti, con un piccolo spostamento interno di poche decine di metri: da un terreno di 5.200 metri quadrati, non attrezzato, a uno nuovo di 2.500 metri quadrati, dotato di fognature e allacciamenti a norma. L’intervento, costato circa 50 mila euro, mira a migliorare le condizioni igieniche e a contenere la crescita del campo.

Attorno, però, resta la tensione. Nella zona industriale, tra chi lavora negli uffici e chi gestisce le attività, non mancano le lamentele: rumori, rifiuti, timori per la sicurezza. Il Comune cerca un equilibrio tra esigenze diverse, ricordando che la legalità si costruisce anche attraverso la presenza e non solo con i divieti.

Un progetto per i minori

Intanto, i servizi sociali seguono un progetto triennale dedicato ai minori, con sostegno scolastico ed extrascolastico in collaborazione con le scuole del quartiere. L’obiettivo finale è accompagnare gradualmente le famiglie verso abitazioni diffuse in città, superando nel tempo il modello del campo.

Il blitz di martedì 28 non è stato un gesto punitivo, ma un passaggio di verifica e conoscenza. Un modo per mettere ordine nelle carte e nel territorio, senza esasperare un equilibrio già fragile. Via Longhin, ancora una volta, è specchio di Padova: una città che prova a tenere insieme sicurezza e inclusione, regole e dignità. —

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