Bollywood è sbarcata all’Arcella: «Ridiamo e balliamo il Bhangra»

Spettacolo indiano al teatro San Carlo. Ravi Deep Kundan: «Invitato un comico che da noi è una star»

Leandro Barsotti
Bollywood, un momento dello spettacolo all'Arcella
Bollywood, un momento dello spettacolo all'Arcella

La fama di Bollywood è sbarcata all’Arcella: balletti e comicità in stile indiano per un pubblico di indiani che vivono a Padova, orgogliosi della loro tradizione.

Ravi Deep Kundan nella vita di tutti i giorni è un «manager del volantinaggio»: vive a Padova ormai da 15 anni e coltiva l’hobby per la danza Bhangra, di cui è diventato anche insegnante: «Avevo aperto anche una scuola tutta mia a Padova, ma adesso ho molto lavoro e la danza è solo un divertimento che mi piace insegnare in altre scuole italiane gestite da amici indiani», spiega.

È stato lui a organizzare questo insolito evento al teatro San Carlo dell’Arcella, con la presenza speciale di un comico molto noto in patria: Jaswant Singh Rathore, attore dei film di Bollywood, accolto da un applauso caloroso dal pubblico (tutti strettamente indiani) presente in sala.

«Lo show ha offerto agli spettatori venuti a trovarci un assaggio della nostra cultura, e mi piacerebbe che venissero in futuro più italiani a conoscere la nostra tradizione», spiega l’organizzatore. «La danza Bhangra, per esempio, ha una grande storia. Nasce nel nord dell’India come una danza di felicità tra i contadini, eseguita per festeggiare il raccolto del grano, un po’ come sono nate le vostre sagre.

I danzatori che si sono esibiti oggi non sono giunti dall’India: il gruppo di ballo era composto da indiani che vivono da tempo in città italiane». Il successo di queste danze, e la formazione del gruppo di indiani d’Italia che le esegue, nasce al Festival dell’Oriente, la manifestazione che gira le fiere d’Italia, ed è arrivata a Padova più volte.

«La cultura indiana è permeata di spiritualità in ogni aspetto della vita, dal mangiare al nascere e al morire, ma la danza Bhangra in sé non è direttamente legata alla religione, è un momento di divertimento e libertà», spiega Ravi Deep Kundan dentro al suo costume bianco e giallo, con un grande copricapo e grosse collane intorno al collo.

Il clou dello spettacolo è stata la comicità di Jaswant Singh Rathore, giunto a Padova, lui sì, direttamente dall’India. Conosciuto in patria per la sua stand-up comedy e per numerose apparizioni nel cinema indiano, ha aperto il suo show con una gag sul microfono che non funziona, per poi passare a tematiche tipiche anche della comicità italiana: la famiglia, le relazioni d’amore, le incomprensioni tra generazioni.

«La sua comicità è caratterizzata da un umorismo pulito», tiene a precisare Ravi. Tipica di Bollywood, appunto, che è il termine con cui si indica comunemente il cinema popolare in lingua hindi. B come Bombay, e Hollywood.

 

È un’industria cinematografica vivace, nota per i suoi musical, i melodrammi e le storie d’amore, spesso con elementi di danza.

Il Veneto ospita una significativa comunità indiana, particolarmente concentrata nelle province di Vicenza e Padova. «Comincia a crescere l’interesse per la nostra cultura», spiega l’organizzatore. «All’inizio gli italiani ci conoscevano solo per il cibo, adesso l'attenzione si sta spostando anche verso le tradizioni e lo stile di vita, con la disponibilità di negozi che offrono vestiti e cibo indiano, e la possibilità di imparare le danze anche tramite piattaforme come YouTube».

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