Buco da 50 milioni di euro Fallita da Simod di Sinigaglia

Martedì scorso è fallita la Simod storica azienda di Paolo Sinigaglia, famosa nel mercato delle calzature che era in concordato dall’ottobre 2014.

Determinante è stato il debito di circa 10 milioni che l’azienda dell’imprenditore di Sant’Angelo di Piove di Sacco aveva con il fisco e l’Agenzia delle Entrate, al quale si devono aggiungere circa 16 milioni di passivo con le banche e altri con numerosi altri debitori che fanno salire il conto a 52 milioni.

La domanda di concordato si basava su immobili di proprietà della Simod per circa 21 milioni di euro; riscossione crediti e beni in magazzino per altri 1,5 milioni. La proposta dei legali dell’azienda era di pagare il 36 per cento del debito erariale (tranne l’Iva) ed è questo che ha determinato il fallimento visto che l’Agenzia delle Entrate non ha accettato: troppo poco il 36 per cento.

Il 13 maggio prossimo è in programma l’esame dello stato passivo, ossia l’adunanza di tutti i creditori davanti al giudice Maria Antonia Maiolino. Poco più di un mese fa Sinigaglia, 68 anni, era stato assolto dall’accusa per dei reati tributari legati alla sua Alpi Eagles, una delle prime compagnie italiane low cost.

Al centro dell'inchiesta (conclusasi positivamente per Sinigaglia) un contratto di cessione del sito da parte di Alpi Eagles (siglato il 21 dicembre 2006) per un valore di 5 milioni di euro con benefici fiscali per la parte venditrice e iniezione di liquidità per la compagnia in grave crisi.

È il 21 settembre 2011 quando i funzionari dell'Agenzia delle entrate contestano l'inesistenza delle operazioni indicate nelle due fatture del 2007 e del 2008 emesse dalla compagnia aerea per 5 milioni e 300 mila euro di imponibile e un milione e 60 mila euro di Iva.

Fatture (le uniche saldate) che giustificherebbero la vendita di sito, dominio, codice sorgente e attrezzature all'azienda di calzature Simod. Ma ora arriva il fallimento proprio della Simod.