Burocrazia sulla piscina

E' inutile l'ordine di chiusura della vasca del «Gabbiano»
«GABBIANO». L’ingresso del complesso sportivo di Campodarsego
«GABBIANO». L’ingresso del complesso sportivo di Campodarsego
 
CAMPODARSEGO.
L'ordinanza comunale urgente di chiusura al pubblico della vasca interna grande della piscina del «Gabbiano» arriva a destinazione con un mese di ritardo, quando ormai tutto si è risolto positivamente e la vasca è tornata a norma. La missiva è stata infatti consegnata solo ieri ai destinatari.
 E' arrivata in contemporanea con la riapertura dell'impianto dopo i 21 giorni di chiusura estiva. I prelievi del servizio d'igiene e sanità pubblica al «Gabbiano» risalgono allo scorso 6 luglio. Le analisi di laboratorio avevano riscontrato «il superamento del parametro di stafilococchi patogeni (70 ufc/100ml) dei limiti di legge», e il 18 luglio l'Usl aveva chiesto la misura cautelare dando atto che la riapertura era condizionata al ricambio completo dell'acqua, alla disinfezione della vasca e successiva verifica della normalità dei parametri. Per inciso gli stafilococchi causano malattie respiratorie e intestinali. Ma l'ordinanza, complice le ferie agostane, è stata firmata il 17 agosto.  «Gli uffici me l'hanno inoltrata e l'ho sottoscritta non appena l'ho trovata sul tavolo», spiega l'assessore allo Sport Valter Gallo. «Il caso non è unico, il provvedimento ha riguardato anche altre piscine - afferma Giampietro Bazzo, del servizio igiene e sanità - dipende molto dalla stagionalità. D'estate c'è sovraffollamento nelle piscine ed è più facile trovare questi germi patogeni che non provengono certo dall'acqua immessa in vasca. Nonostante la buona volontà dei gestori, c'è chi non si attiene alle regole e non si fa la doccia prima di entrare in acqua. E' una questione di igiene personale, un po' tutte le piscine prima o poi vengono interessate da problematiche di questo tipo». Chi non ci sta sono i gestori del Gabbiano, che hanno subito contestato le modalità dei prelievi, che «andrebbero fatti con contenitori sterili e refrigerati». Dichiara la titolare: «Noi i prelievi li facciamo giornalmente e il ricambio dell'acqua viene fatto in continuazione. L'ordinanza non serviva».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova