«Caduto in un crepaccio», ricerche sospese

Gianfranco Toso, 50 anni, dichiarato disperso sul Monte Rosa. La preside del Ruzza: «Un collega riservato e molto valido»
Tradito dalle montagne che tanto amava. È ancora disperso sul Breithorn, nel massiccio del Monte Rosa, Gianfranco Toso, 50 anni, il padovano di cui si sono perse le tracce sabato sera.


Ieri mattina sono state definitivamente sospese le ricerche. In base agli ultimi rilievi effettuati via terra e con l’elicottero e dopo l’impiego del rilevatore Recco, l’ipotesi più plausibile è che lo scalatore sia precipitato dalla cresta lungo la parete Nord, a causa di un probabile distacco della cornice di neve dovuto alle temperature elevate. E ora quella zona è irraggiungibile. Lo fa sapere la Centrale unica del soccorso della Valle d’Aosta.


Gianfranco Toso, che abita da solo a Montà ma che è originario di Cittadella, alpinista esperto iscritto al Cai di Padova, era partito insieme a un altro scalatore padovano, Riccardo Parisi, dal rifugio delle Guide di Ayas. Insieme hanno percorso un lungo tratto di strada, poi, a un certo punto, si sono divisi. Il cinquantenne ha proseguito per il Breithorn centrale (4.159 metri), verso la cresta, mentre l’amico verso il rifugio Guide del Cervino.


L’ultimo contatto telefonico tra i due è avvenuto sabato alle 18. L’allarme è scattato alle 20. Subito un elicottero ha svolto un sorvolo del ghiacciaio, nel frattempo sono state inviate squadre di ricerca a terra. Purtroppo, a distanza di quasi 4 giorni, la speranza di trovare in vita Gianfranco Toso si fa sempre più flebile.


In queste ore c’è apprensione in città per le sorti dello scalatore, grande appassionato di montagna e “aspirante accompagnatore sezionale di escursionismo” del Cai.


In particolare resta con il fiato sospeso l’istituto superiore Ruzza, dove Gianfranco Toso è insegnante di sostegno. «La cosa mi ha sconvolto. Siamo tutti molto preoccupati per Gianfranco. È una persona eccezionale, discreta e riservata ma soprattutto molto valida», spiega Anna Maria Addante, preside della scuola dove il 50enne fa attività di sostegno per 12 ore a settimana da ormai 4 anni.


«Che sia un grande amante della montagna lo sapevamo tutti. Addirittura quest’anno, ad aprile, si era reso disponibile a portare un ragazzo di seconda superiore con serie difficoltà a deambulare in gita in montagna insieme ai compagni di classe. Nonostante la mia perplessità iniziale l’aveva fatto, rendendo felicissimo questo ragazzo che solo grazie a lui aveva potuto partecipare alla gita ad Asiago».


Gianfranco Toso è conosciuto a Padova anche perché oltre a lavorare come insegnante al Ruzza fa anche l’amministratore di condominio. Il suo nuovo studio (da poco si è spostato di qualche centinaio di metri rispetto a quello vecchio) si trova in via Tre Garofani, nel quartiere della Madonna Pellegrina. Un uomo dedito al lavoro e alla montagna, suo grande amore. Non era la prima volta che Gianfranco andava sul Monte Rosa. Giusto un anno fa insieme ai colleghi del Cai, Toso, alpinista esperto e scrupoloso, aveva preso parte a un’altra escursione. Quella sul massiccio del Monte Rosa infatti è una meta molto conosciuta e frequentata dagli alpinisti padovani, nonostante molte zone siano impervie e caratterizzate da crepacci.


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