Caldaisti in sciopero, 3 ospedali temono di stare al freddo

CITTADELLA. Oggi scioperano, nelle ultime due ore di turno, i 50 dipendenti dell’azienda milanese Siram addetti al funzionamento degli impianti di riscaldamento degli ospedali di Cittadella, Camposampiero e Piove di Sacco. Lo sciopero di oggi non avrà conseguenze sui servizi,ma non è escluso che se i dipendenti della Siram aderiranno allo sciopero nazionale di una giornata indetto da Cgil, Cisl e Uil, potrebbero lasciare al freddo i tre ospedali.
«Purtroppo non hanno alternative», sottolinea Andrea Bonato (Fim-Cisl). «L’azienda, che in tutta Italia occupa migliaia di persone, ha già avviato un processo di ristrutturazione per mettere in mobilità centinaia di lavoratori. A livello nazionale ci è stato anche comunicato che la società, con sede centrale a Milano, potrebbe cambiare anche padrone perché sarebbe stata messa in vendita. Anche i lavoratori padovani, addetti alla manutenzione delle caldaie, non possono restare con le mani in mano ad attendere un licenziamento che potrebbe essere già dietro l’angolo. Ci scusiamo in anticipo con i degenti ricoverati nei tre ospedali, ma i dipendenti della Siram devono pur fare qualcosa per tutelare il loro salario ed il posto di lavoro».
Sempre Bonato, braccio destro del segretario della Fim Gianni Castellan, svela anche i motivi per i quali la Siram ha già avviato, in mezza Italia, il processo di riorganizzazione all’interno della società.
«La crisi finanziaria che ha colpito l’azienda milanese ha una stretta relazione anche con la spending review del Governo e con i crediti che la Siram, ancora oggi, ha con le aziende ospedaliere del territorio. A tutt’oggi la società lombarda avanza crediti dalle Regioni per l’80% del suo fatturato. Nonostante le ultime decisioni del Governo Monti, che invita le Usl a pagare i debiti entro 60-90 giorni, il credito della Siram continua a crescere mese dopo mese».
Felice Paduano
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