Camelozampa, luogo felice dove nascono le storie

Prendi due giovani donne, un grande sogno e una passione bruciante. Aggiungi una piccola dose di incoscienza e una, ben più grande, di coraggio. Metti tutto assieme e ne uscirà un mondo di disegni e di storie, popolato di giovanissimi viaggiatori della fantasia.
È la storia di Camelozampa, piccola casa editrice per piccoli lettori, ed è anche la storia di un successo imprenditoriale: a cinque anni dalla nascita, Camelozampa arriva al cinquantesimo titolo in catalogo, conquista importanti riconoscimenti internazionali, raggiunge il mondo con le sue storie (dall’America al Canada, dall’Europa alla Corea), e viene scelta da autori stranieri come riferimento italiano per la traduzione e la rinascita di opere che sono state tra le pietre miliari della letteratura per ragazzi all’estero, ma da noi erano ancora sconosciute, o da troppo tempo dimenticate.
Camelozampa non è una formula magica o un animale fantastico; è la fusione tra i nomi di due precedenti attività. Nel 2006, a Este, Sara Saorin - traduttrice, oggi 44 anni - aveva dato vita a una sua casa editrice che si chiamava Camelo Pardus; l’anno dopo Francesca Segato, oggi 32 anni e una laurea in Giurisprudenza, aveva fatto nascere Zampa Nera, seguendo la sua passione di sempre. Percorsi paralleli in tempi molto difficili; Sara e Francesca, nel 2011, hanno unito le forze. È nata Camelozampa, e da subito l’editoria per i giovanissimi - che conta poco più di una decina di marchi forti in Italia - ha trovato un punto di riferimento in più.
«Quest’anno si chiude per noi con un bilancio positivo. Il momento è difficile, ma è stato un anno importante» racconta Francesca Segato. «Il nostro catalogo conta cinquanta titoli: quel che più ci preme non è la quantità ma la qualità e abbiamo capito che alla distanza premia. Il 2015 ci ha portato un traguardo bellissimo, l’ingresso nel nostro catalogo di Marie-Aude Murail, una scrittrice francese importante che in Italia era ormai fuori catalogo da anni. L’abbiamo incontrata, ha apprezzato e appoggiato il nostro progetto: ora il suo “Gesù come un romanzo” è nelle librerie, per un pubblico di adolescenti».
Ma non basta. Il 2015 è stato positivo anche per i titoli selezionati e pubblicati da Camelozampa e tradotti all’estero: «Aprire un mercato all’estero è fondamentale» spiega Segato «perché in molti Paesi sono i ministeri della Pubblica Istruzione a scegliere direttamente i libri da distribuire alle scuole, c’è una diversa sensibilità istituzionale. In Italia, effettivamente, si continua a leggere meno rispetto agli altri Paesi europei».
Per dieci titoli l’anno che vengono pubblicati, Camelozampa riceve almeno cinque proposte al giorno da parte di scrittori e illustratori: «Il nostro principale prodotto sono gli album illustrati. Visioniamo tutto, ma è molto difficile trovare qualcosa di veramente innovativo, o che ci colpisca. Lavoriamo con una serie di autori nostri, e poi importiamo titoli dall’estero. Recentemente, oltre a Murial, anche Michael Foreman di cui abbiamo tradotto “La piccola renna”, molto natalizio, un grande classico inglese. Tra gli autori nostri, c’è Monika Filippina, autrice e illustratrice polacca, e ci sono Chiara Valentina Segrè, le cui storie vengono illustrate da Paolo Domeniconi. Di loro abbiamo pubblicato “Oscar il gatto custode”, ispirato a una storia vera, mentre con “Lola e io”, sempre pubblicati da noi, sono stati inseriti nella selezione mondiale di Ibby sui migliori libri che parlano di disabilità, la 2015 Collection of Outstanding Books for Young People with Disabilities».
In fianco alla casa editrice, a Monselice, una piccolissima libreria, «praticamente lo spaccio, noi la chiamiamo “libreria a km 0”, la libreria fisica non deve mai smettere di esistere, il contatto è fondamentale». I bambini quando entrano sanno quello che vogliono: «Molto più dei genitori. Bisognerebbe ascoltarli, perché loro si fanno guidare dal cuore».
Francesca dice che il suo mestiere, e quello di Sara, è offrire «cibo per la fantasia». Nel futuro hanno fiducia: «Ricche non diventeremo mai, ma siamo felici».
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