Campi zuppi d’acqua, coltivazioni a rischio

L’ondata di temporali rischia di mettere in ginocchio le aziende agricole Coldiretti: «Cereali in sofferenza, frutta e verdura rovinate dall’umidità»
stievano - 15/06/2016 - saletto - Pierluigi Arzenton mostra i danni del mal tempo sul suo raccolto nella foto: l'insata diventa marcia. A sinistra una andata a male e a destra una ancora sana. ph zangirolami
stievano - 15/06/2016 - saletto - Pierluigi Arzenton mostra i danni del mal tempo sul suo raccolto nella foto: l'insata diventa marcia. A sinistra una andata a male e a destra una ancora sana. ph zangirolami

PADOVA. Lo stesso terreno inaridito dalla siccità gli anni passati oggi è inzuppato d’acqua, la verdura bruciata dal sole adesso marcisce sotto la pioggia, il mais che soffriva per il troppo caldo ora cresce rigoglioso.

Fra eccessi e contraddizioni l’agricoltura padovana ancora una volta fa i conti con un andamento climatico anomalo. La pioggia di queste settimane, invocata come manna dal cielo in molte altre situazioni, sta mettendo in difficoltà gli agricoltori e getta una pesante ipoteca sull’andamento delle più diffuse coltivazioni della provincia. Soprattutto quando i temporali sono accompagnati da grandine o vento forte che aggiungono ulteriori danni. In attesa che l’estate prenda il sopravvento, ma con moderazione, gli imprenditori agricoli cercano di salvare il salvabile intensificando il lavoro in campagna e gli interventi “di soccorso”, almeno dove è possibile. Il terreno inzuppato d’acqua, infatti, rende impossibile la lavorazione in campo con i mezzi agricoli che rischiano di restare intrappolati nel fango. Ma c’è anche chi è costretto a lasciare intere colture in campo, perché ormai compromesse. È il caso di frutta e verdura coltivata su centinaia di ettari all’aperto come insalate, piselli, fagioli, fagiolini, ciliegie, meloni.

«Ovviamente ne risentono le colture a pieno campo» spiega Paolo Minella, tecnico di Coldiretti Padova, «e i prodotti che soffrono l’eccessivo apporto d’acqua o che a causa dell’umidità sono attaccati da funghi e altre patologie. La situazione nella nostra provincia non è uniforme e cambia di giorno in giorno. Basta una “bomba d'acqua” anche circoscritta per rovinare le coltivazioni della zona, oppure una grandinata su un vigneto o un forte colpo di vento. Quel che possiamo dire sinora è che se continuerà ancora a lungo questo continuo passaggio di temporali registreremo un notevole calo di diverse colture e anche una minor resa qualitativa».

Mais ok, frumento ko. La coltivazione che non teme le piogge di questi giorni è il mais, onnipresente un po’ in tutta la provincia, tanto da mantenere ben saldo il primato in fatto di diffusione con oltre 50 mila ettari coltivati. Sta crescendo rigoglioso un po’ ovunque, a eccezione dei punti circoscritti colpiti dalle grandinate. È successo a esempio a Granze dove grossi chicchi di ghiaccio hanno danneggiato le piante. Nel complesso però la situazione al momento non è preoccupante e la produzione è stimata in aumento rispetto allo scorso anno. Va decisamente peggio per il frumento, per il quale si avvicina il periodo di raccolta nei 18 mila ettari coltivati. «Vasti appezzamenti in tutta la provincia sono stati colpiti da vento forte» aggiunge Minella, «che ha allettato le piante di frumento. A contatto con il terreno bagnato dalle continue piogge il grano mantiene un alto grado di umidità e sta germinando. I nuovi germogli di fatto “svuotano” i chicchi delle indispensabili proteine che conferiscono qualità al grano. Ogni giorno di pioggia in più non fa che peggiorare la situazione». Le prime stime approssimative prevedono un calo di produzione di circa il 20 per cento, ma tutto dipende da cosa succederà i prossimi giorni. «L’orzo è in fase di raccolta» prosegue il tecnico, «ma il problema è quello di entrare con i trattori nei campi fradici. Anche la soia, coltivata in poco meno 20 mila ettari, soffre nei terreni dove c’è ristagno d’acqua».

Frutta e verdura sotto attacco. Le piogge eccessive hanno compromesso la raccolta delle ciliegie sui Colli Euganei, con perdite fra il 20 e il 30 per cento. L’acqua ha provocato “spaccature” e marciumi che hanno reso inutilizzabile la frutta. Anche i meloni coltivati in riva all’Adige rischiano di fare la stessa fine. «In fase di maturazione» spiega Minella, «si sono presentati problemi sanitari dovuti ad attacchi di bottrite, peronospora e oidio, malattie che prosperano con l’umidità. I frutteti sono esposti alla ticchiolatura, una malattia funginea favorita dall’alternanza fra pioggia e sole con temperature più elevate. Per gli ortaggi a pieno campo, poi, c’è il problema delle erbe infestanti che crescono rigogliose e soffocano le colture e non si possono togliere perché è difficile entrare con i mezzi sul terreno bagnato».

Nell’Alta foraggio a rischio. Nei prati stabili dell’Alta Padovana questi dovrebbero essere i giorni di raccolta del foraggio, indispensabile per alimentare gli animali delle numerose aziende zootecniche, soprattutto da latte, del territorio. «L’erba medica rischia di perdere gran parte delle sue qualità» conclude Minella, «perché è continuamente esposta all’acqua e all’umidità. Anche chi è riuscito a entrare in campo per lo sfalcio non riesce a far asciugare il fieno per poterlo raccogliere, anzi il continuo rivoltamento indispensabile per l’essiccazione fa cadere le foglie e impoverisce il raccolto».

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